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Genova. Sono una decina le Rsa a Genova e provincia finite nel mirino della procura.

Si tratta di strutture dove il tasso di mortalità ha registrato una forte anomalia rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. “E’ evidente – spiega il procuratore capo Francesco Cozzi che in alcune residenze ci sia stato un numero troppo alto di morti. L’indagine epidemiologica è ancora in corso, ma dai primi dati si vede che la curva dei morti è salita“.

La procura nelle scorse settimane aveva aperto una indagine per epidemia colposa a carico di ignoti e aveva incaricato un pool di esperti, guidato dal professore Giancarlo Icardi, di elaborare i dati raccolti dai carabinieri del Nas sull’andamento della pandemia in Liguria, raffrontata con i dati dei decessi degli anni precedenti, e sul tasso di mortalità delle varie Rsa. L’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Pinto, sta cercando di fare chiarezza sulla gestione dei ricoveri, se siano state seguite le linee guida dettate dal ministero, se i pazienti infetti siano stati isolati, se siano state create stanze dedicate solo a pazienti Covid, se vi sia stata una separazione del personale. Nelle scorse settimane i Nas avevano fatto alcune ispezioni nelle strutture dove non si erano registrati contagi ed erano state sentite diverse persone anche per verificare quanto denunciato in diversi esposti. In alcuni casi, infatti, personale e familiari, avevano denunciato che i dirigenti avevano proibito l’uso dei Dpi per non spaventare gli utenti, in altri casi che non vi era stata una separazione dei reparti. Alcuni direttori avevano invece puntato il dito contro Alisa dicendo che erano stati obbligati a tenere dentro i pazienti infetti per non intasare gli ospedali.

c.s.

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