Una estate in bianco e nero, a macchia di leopardo. E’ presto per fare bilanci, troppo presto per fare analisi. Ma i primi numeri, e le prime sensazioni, sono impietosi: meno presenze, e questo in parte di prevedeva. Quello che non si prevedeva sono gli arrivi, quest’anno con il segno meno: a luglio -17,774 italiani, – 9,170 stranieri per un totale di -26,944 (dati della Regione). Significa che la Liguria sta perdendo anche il turismo del fine settimana. Gli esperti, chi di turismo vive, cercano di spiegare che non si tratta di un «calo attrattivo», tradotto in italiano vorrebbe dire che non è colpa dell’offerta turistica della Liguria, ma della crisi economica. Sarà, ma se l’Italia è alle prese con un crescita difficile, in percentuali di poco superiori allo 0, Germania, Svezia, Nord Europa in genere crescono in maniera forte. Ma solo in minima parte scelgono l’Italia per le vacanze. Significa qualche cosa? Forse sì, nonostante convegni, buoni propositi e la voglia di rilancio, infatti, l’offerta turistica della Liguria continua a essere monotematica, sole-mare. I Comuni, pochi a dire il vero, che hanno cercato di diversificare l’offerta, Finale Ligure con l’outdoor, ad esempio, non hanno grossi problemi a riempire gli alberghi, e non solo in estate. Per il resto i problemi che questa estate ha messo a nudo sono sotto gli occhi di tutti. I giovani, per esempio, non hanno più discoteche. Ne sono rimaste una manciata, quando un tempo erano decine. Quelle poche rimaste hanno fatto numeri da record.
Gli alberghi, quelli con poche stelle, hanno poi dovuto affrontare la concorrenza dei B&B, i bed and breakfast, che sfuggono alle statistiche, ma che certo non sono i responsabili del calo statistico di arrivi e presenze. Di contro non sono mancate le iniziative, dalle manifestazioni di prestigio a quelle nazional popolari, per attirare turisti. Non è bastato. Serve (perchè la crisi del turismo è ligure, non nazionale) un cambio di marcia, non convegni e parole, ma investimenti e idee. Per dire, una ricerca delle Camere di commercio nazionali dice che il turismo enogastronomico è in crescita ovunque, Liguria compresa. Il problema? Che nelle altre regioni il turista va via con prodotti del territorio, vino, formaggi, salumi. In Liguria? Mangia nei ristoranti, ma va via a mani vuote.
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