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Finale Ligure- Questa Amministrazione ha ritenuto importante promuovere una relazione sullo stato di attuazione del PUC al fine di evidenziarne gli aspetti ancora di attualità e le criticitità a cui dare risposta anche in relazione al mutato scenario socio-economico che indubbiamente ha condizionato in questi anni e condiziona il comparto edilizio in funzione di una futura revisione dei suoi contenuti.

“Negli ultimi dieci anni – spiega l’asessore all’urbanistica Arch.Marinella Orso– il quadro normativo relativo all’urbanistica è radicalmente mutato.

Numerose leggi sia a livello nazionale che regionale sono orientate verso di tecniche di pianificazione urbanistica in funzione maggiormente perequativa;

Le ragioni sottese al diffondersi di tecniche di pianificazione in funzione maggiormente perequativa possono individuarsi: da un lato, nell’esigenza di ovviare alle criticità proprie della zonizzazione, in specie alle forti sperequazioni che la tecnica dello zoning determina tra le diverse classi dei proprietari fondiari, taluni avvantaggiati in maniera considerevole dalle scelte della pubblica amministrazione in ordine alla edificabilità dei suoli (proprietari di fondi interessati da destinazioni edificatorie), altri invece impoveriti perché colpiti da disposizioni vincolistiche o comunque riduttive della capacità edificatoria.

Dall’altro, ancora, nell’esigenza di consentire ai comuni di disporre di aree pubbliche per servizi senza affrontare da un lato il carico finanziario necessario per l’attuazione di misure espropriative, dall’altro la conflittualità inevitabilmente conseguente al ricorso ai vincoli di inedificabilità e alle successive misure espropriative.

Per vero, il ricorso alla tecnica perequativa risponde anche ad una terza esigenza. Oltre a perseguire il fine di superare la discriminatorietà degli effetti della zonizzazione e di disporre gratuitamente di aree pubbliche per servizi, anche quella «della cosiddetta integrazione di funzioni edificatorie: ovvero la possibilità che coesistano nei medesimi spazi diverse forme di utilizzazione del territorio.

L’obiettivo è quello di superare il rigido principio della divisione in zone monofunzionali, che si rivela spesso elemento di rigidità pianificatoria». Il PUC – conclude l’assessore Arch. Marinella Orso- essendo derivato da uno schema nato alla fine del secolo scorso è completamente avulso da tale nuova forma pianificatoria”.

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