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Arriva in Francia, dopo le tante repliche in Italia, lo spettacolo Il medico di Brassens dedicato alle ultime settimane di vita del grande cantante e autore francese.

Il testo, scritto da Ferdinando Molteni, sarà giovedì 16 maggio alle ore 17 alla Salle Mozart di Toulon e sabato 18 maggio alle ore 15 all’Auditorium Albert Camus della Bibliothèque Louis Nucéra di Nice.

Lo spettacolo, che sarà proposto in italiano e francese, è liberamente tratto dai testi di Georges Brassens e dal libro Monsieur Brassens di Maurice Bousquet.

Le musiche, interpretate dal vivo, sono di Georges Brassens, le canzoni sono tradotte in italiano da Fabrizio De André.

In scena ci saranno l’attore Franco Bonfanti, Elena Buttiero e Ferdinando Molteni.

La storia

Nell’estate del 1980 Georges Brassens ha 59 anni e sa di essere ammalato. Non gli resta molto da vivere. È uno degli artisti più amati e rispettati di Francia e del mondo. Ha moltissimi amici. Può chiedere aiuto a chi vuole. Eppure, inaspettatamente, decide di non cercare i «copains d’abord», che lo hanno accompagnato per tutta la vita, ma si ritira a Saint-Gély-du-Fesc, vicino a Montpellier, a casa di uno dei suoi amici più recenti, il dottor Maurice Bousquet. Lo chansonnier più popolare e più acclamato decide dunque di nascondersi, e quasi annullarsi nella vita quotidiana di una famiglia che non è la sua. Morirà qualche mese dopo. E i motivi di quella scelta definitiva resteranno, in parte, un mistero.

Lo spettacolo

Il dottor Bousquet (Franco Bonfanti) entra in un caffè. Nel locale ci sono una pianista (Elena Buttiero) e un cameriere-cantante (Ferdinando Molteni). Bousquet si siede. Ordina un pastis. Dalla radio esce Supplique pour être enterré à la plage de Sète, la canzone che rappresenta il testamento spirituale di Brassens.

Bousquet comincia a ricordare. Sono passati vent’anni dalla sua morte. E lui racconta quegli ultimi giorni, ma soprattutto la grandezza di un artista formidabile. Ricorda il Brassens cantante di successo, il poeta, l’anarchico. Lo rievoca utilizzando le sue stesse parole, che ha scolpite nella memoria. Ne rivela la complessità, ma anche l’immediatezza. Ne racconta il tormentato rapporto con le cose materiali, con il successo, con le donne. E restituisce a Brassens la dimensione che davvero gli appartiene: quella di un grande scrittore che ha utilizzato una chitarra per raccontare il suo mondo.

Ogni capitolo della vita di Brassens è contrappuntato dalle sue musiche. E dalle sue canzoni tradotte da Fabrizio De André, come Delitto di paese, La leggenda di Natale, Marcia nuziale, Il gorilla e altre.

Ama e rispetta Brassens, Bousquet, il piccolo dottore di Saint-Gély-du-Fesc. E ne racconta, dunque, la storia. La storia di un uomo complicato che però considerava il mondo racchiuso nel suo paese di pescatori. «Tutti i paesi sono miei paesi – diceva Brassens –. Ma, per me, tutti i francesi sono di Sète».

Sète è il posto dove era nato e dove voleva – sulla spiaggia – essere sepolto. Ci andò vicino. Brassens riposa, infatti, a pochi passi dal mare, nel cimitero dei poveri. Mentre l’altro grande poeta di Sète, Paul Valery, è sepolto nel camposanto in collina.

Perché Brassens scelse la famiglia del dottor Bousquet? Probabilmente la risposta a questa domanda, la chiave della sua vita e dei suoi ultimi dolcissimi e drammatici giorni, è tutta in questa frase: «Ho bisogno d’amare e di essere amato».

I protagonisti

Franco Bonfanti fin dagli anni Sessanta ha alternato la sua attività di attore a quella di docente di materie letterarie nei licei classico e scientifico. Con la Compagnia dei Coribanti ha lungamente lavorato con Simona Guarino in spettacoli come Le tre corone, Al cabaret dell’agorà, Giulietta e Rahman a Verezzi. Ha inoltre recitato, sempre con la regia della Guarino in, tra gli altri, Anfitrione di Plauto e Elena di Euripide. Per la regia di Annapaola Bardeloni ha lavorato ne Il mugugnone di John Marston, in Alessandra di Licofrone, ne I cercatori di impronte di Sofocle e ne Il castello dei destini incrociati da Calvino. È stato anche interprete del ciclo dantesco Attraverso l’Inferno, Attraverso il Purgatorio e Attraverso il Paradiso e di un adattamento delle Operette morali di Leopardi. Con la compagnia dei Corrales ha interpretato Il pescatore sull’albero, Delle tre melarance egli è l’amore (da Carlo Gozzi) e Augusto, ovvero Angeli qualunque in un circo. Con la compagnia Amici di Babouche di Gloria Bardi ha interpretato La strana malattia e sarà tra i protagonisti de Le città invisibili (da Calvino). Come miglior attore ha vinto il premio speciale della giuria alla IX edizione del “Premio Micol” di Savona e il primo premio al XIII Festival teatrale dell’anfiteatro di Altomonte (Cosenza). Nel 2017 ha vinto il Premio Scotti come miglior attore.

Elena Buttiero si è diplomata al Conservatorio di Torino, è musicista e insegnante. Suona pianoforte, spinetta ed arpa celtica. Ha inciso due album con la formazione Birkin Tree (Continental Reel, A Cheap Present), due con il mandolinista Carlo Aonzo (Il mandolino italiano nel Settecento, Fantasia poetica) e uno con il trio Arethusa Consortium. Ha effettuato concerti in Italia, Francia, Svizzera, Germania, Irlanda, Serbia, negli Stati Uniti, dove suona regolarmente, in Canada e, di recente, in Tanzania (Dar es Salaam e Zanzibar), in Argentina e Uruguay. Ha di recente preso parte, come pianista, allo spettacolo teatrale Luigi Tenco. L’ultima notte diretto e interpretato da Roberto Tesconi. Ha scritto metodi di solfeggio e di didattica pianistica pubblicati dalle Edizioni Carisch. Di recente uscita il nuovo album, registrato con Ferdinando Molteni, intitolato Lontano nel mondo.

Ferdinando Molteni è un giornalista, scrittore e musicista. Si avvicina casualmente al teatro a metà degli anni Ottanta quando lavora, come datore-luci, con attori come Giulio Base (per una fortunata edizione de L’uomo dal fiore in bocca), Giorgio Tirabassi, Mariangela D’Abbraccio, Giorgio Albertazzi e altri. Assorbe la lezione di Pippo Delbono e Pepe Robledo seguendo la costruzione dei loro primi spettacoli. Nei primi anni Ottanta lavora con il Teatro Instabile di Genova alla realizzazione di rassegne di cabaret. Si dedica poi, prevalentemente, alla scrittura e alla musica. Ritorna al teatro scrivendo alcuni recital musicali come Le storie di O’Carolan, Italia 900, Suoni futuri, Italiani d’Argentina. Negli ultimi anni si dedica alla figura di Luigi Tenco scrivendo e interpretando il recital Lontano nel tempo. Storia di Luigi Tenco. Per Massimo Ghini scrive La strana morte di un cantautore che va in onda, su Raidue, nella serie ideata da Ezio Guaitamacchi, Delitti rock. Per Roberto Tesconi scrive Luigi Tenco. L’ultima notte, spettacolo che debutta nel 2013, e il cui testo è raccolto in un volume edito dal genovese De Ferrari. L’ultimo recital, che ha chiuso con successo la stagione del Teatro “Tina di Lorenzo” di Noto, s’intitola Luigi, Faber & Genova. Per molti anni ha fatto parte del cda del Teatro dell’Opera Giocosa. È direttore artistico del Teatro “Defferrari” di Noli (Savona). Lavora stabilmente con la pianista Elena Buttiero e con il cantautore Claudio Sanfilippo. Come musicista ha suonato e suona musica antica e canzone d’autore. Ha inciso tre album. Ha tenuto concerti in Italia, Svizzera, Francia, Stati Uniti, Argentina, Uruguay e Tanzania (Dar es Salaam, Zanzibar).

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