Scongiurare l’aumento dell’Iva, ma non facendo crescere la pressione fiscale: in questo difficile momento di mercato dove sono positivi solo gli acquisti alimentari cresciuti, nell’ultimo anno, dello 0,6%, bisogna evitare di aumentare le tasse per non gravare ancora di più sulle imprese agricole, che con il loro lavoro presidiano il territorio e valorizzano il Made in Liguria.
E’ quanto riporta Coldiretti Liguria nel commentare le affermazioni di Coldiretti nel corso dell’audizioni nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato, impegnate nell’esame del DEF. Il DEF (Documento di Economia e Finanza) appare condivisibile laddove si occupa della razionalizzazione del quadro normativo ed amministrativo attinente l’agricoltura. Ad esempio, grandi aspettative si hanno per l’attuazione della c.d. “delega agricola” che demanda al Governo l’approvazione di disposizioni che modificano, tra l’altro, la normativa di regolazione dei mercati per assicurare il funzionamento delle regole della concorrenza e per favorire la crescita dimensionale delle imprese agricole, lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile e l’ammodernamento delle filiere agroalimentari. Altri aspetti di rilievo che il Governo dovrebbe considerare all’atto della predisposizione della manovra di bilancio sono quelli relativi alla necessità di attivare il Piano straordinario riguardante gli invasi multi-obiettivo ed il risparmio di acqua negli usi agricoli e civili o ancora la verifica dell’applicazione delle norme sull’intermediazione nei rapporti di lavoro in agricoltura. Questi sono solo alcuni punti fondamentali affrontati dal Governo, per un settore che in Liguria riveste un ruolo importante per l’indotto economico regionale, e che ha bisogno di essere favorito dall’approvazione di programmi che ne tutelino l’attività e ne favoriscano lo sviluppo.
“Le aziende agricole ed ittiche del nostro territorio – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – attualmente si trovano a fare i conti con un mercato non tra i più favorevoli, ma dove riescono comunque a farsi spazio grazie alle eccellenze che producono e al loro grande spirito imprenditoriale. Per non andare, però, ad intaccare ancora di più un settore di grande importanza per l’economia regionale, bisogna evitare di tassare ulteriormente le aziende per mantenere l’attuale livello delle aliquote IVA, cercando, allo stesso tempo, di scongiurarne il pericolo di un futuro aumento. Se, infatti, l’aumento Iva entrasse in vigore, nella nostra regione, sarebbe un durissimo colpo per le nostre aziende, soprattutto per quelle ittiche, che vedrebbero l’IVA del pesce fresco, ad oggi al 10%, aumentare ulteriormente mentre per astici, aragoste e crostacei in generale, considerati un bene di lusso e con Iva già al 22%, si arriverebbe a cifre proibitive. Non ostacolare le aziende ma programmare piani che ne aiutino lo sviluppo e l’innovazione permetterà al territorio di continuare a crescere e alle nostre aziende di lavorare un po’ più serenamente.”
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