Imperia. Il M.C.I. Museo di Arte Contemporanea Imperia prosegue la sua stagione invernale con una nuova inaugurazione negli ambienti di Villa Faravelli. Venerdì 6 Dicembre dalle ore 18.00 si terrà infatti il vernissage della mostra fotografica “Emulsioni d’Etiopia” di Luigi Simeoni, che esporrà poi le sue opere fino a domenica 22 dicembre.
La vita spirituale e la nobiltà dei volti etiopi saranno narrati dallo sguardo di Simeoni in un reportage sul Genna, il Natale cristiano copto. Alle immagini dedicate al Genna, verranno alternati ritratti e scene di vita quotidiana, offrendo un contesto realistico oltre che estetico, per non ridurre a folclore un momento di alta spiritualità.
Luigi Simeoni nasce manager con l’anima dell’artista, e inizia a fotografare professionalmente dopo la conclusione di una lunga carriera alla testa di diverse aziende multinazionali. Romano ma con l’anima imperiese (Imperia è infatti la città d’origine della madre dove trascorre tutte le estati), Simeoni unisce industria e arte, metropoli e provincia, costruendosi una personalità sfaccettata che esprime il meglio di sé nei reportage fotografici.
«Viaggio per curiosità, una curiosità di sensibilità emotiva: quando giro il mondo vado a cercare i popoli, quello che c’è di umano e vivo,» dice di sé e dell’esposizione: «la fotografia è un mezzo straordinario per fare incontri, perché la macchina mette in relazione gli esseri umani. Ma l’empatia naturale, senza il filtro del mezzo, che si è creata con gli etiopi non l’avevo mai raggiunta. Ho incontrato persone e personalità mai banali, guidate da valori ormai desueti nel nostro mondo. Li leggevo nei loro occhi, li raccontavano i loro visi, arricchendomi di emozioni e di un sorprendente senso di armonia.
La mostra è frutto del mio reportage in Etiopia nel 2016, un viaggio e un lavoro ricchi di incontri umani in cui mi sono immerso con un’intensità particolare, e che mi sono rimasti nel cuore profondamente. Le fotografie vogliono raccontare quei momenti, quella gente e quello scambio. Sensazioni, sentimenti, più che fatti o corpi materiali e organici».
Il servizio fotografico esposto al M.A.C.I. dal 6 al 22 Dicembre è realizzato a Lalibela, una delle due città etiopi nella quale il 6 gennaio si radunano centinaia di migliaia di pellegrini per celebrare il Natale, riuniti nelle chiese monolitiche scavate nella profondità della terra tra il XII e il XIII secolo. Nel buio, rischiarato appena da fiaccole e candele, le ore trascorrono tra preghiere e canti sino al sorgere del sole. Dal viaggio di Simeoni al seguito dei pellegrini sono scaturite immagini di volti, di fedeli in meditazione e di vita quotidiana.
La mostra è infatti suddivisa in tre sezioni tematiche:
Genna: le immagini qui esposte vogliono descrivere e trasmettere il senso del rito e quello della spiritualità che si respira nell’aria e si incontra lungo le strade o nelle piazze. I pellegrini, avvolti nella netela, una stola molto ampia di tessuto bianco, appoggiati al bastone pastorale che li accompagna per tutto il lungo cammino, raggiungono la cattedrale e si muovono nel buio a lume di candela, per trascorrere la notte di veglia in meditazione e preghiera. I volti concentrati, gli sguardi intensi, diffondono un senso di attesa contagioso e pieno di gioia.
Vita quotidiana: la vita pulsa nei campi, nei mercati, nei doveri quotidiani, nei volti dei protagonisti, nei villaggi, lungo le strade di terra battuta, nei rituali ripetuti dei mercati, delle cucine all’aperto, dei bambini a scuola o che giocano negli spiazzi, dei contadini e allevatori carichi di merci. Crocevia di umanità che si incontra e si riunisce, curiosa e ospitale, attorno al fotografo silenzioso che la osserva. Le foto ricostruiscono almeno in parte un mondo ricco di sfumature.
Ritratti: i ritratti rappresentano gli incontri con personalità mai banali, guidate da valori desueti nel nostro mondo. Gli si leggono negli occhi, sono espressi dai visi, arricchiscono di emozioni e di un sorprendente senso di armonia l’osservatore attento. Le fotografie rincorrono la bellezza di quei volti, che è frutto di gioia, serenità, sincerità e fierezza. Una fierezza grande e consapevole dell’origine e della storia del proprio popolo, della resistenza nei secoli a ogni tentativo di oppressione. Come se l’orgoglio di discendere dalla leggendaria regina di Saba e la fede conservata a prezzo di mille battaglie, fossero state interiorizzate generazione dopo generazione.
L’autore ha voluto utilizzare una stampa con una tecnica antica, che risale ai primi del ‘900. Ha così scelto una carta di cotone a grana grossa, che potenzia e rende quasi tattili i caratteri della fotografia. La carta viene pennellata a mano con un’emulsione liquida ai nitrati d’argento. I tratti di pennello sono molto evidenti, sia all’interno dell’immagine che sui bordi, per accentuare le atmosfere riprese nelle fotografie e reinterpretate.
La stampa avviene senza alcuna sistematicità, quindi non è riproducibile una seconda volta nello stesso modo. È un procedimento che esalta i particolari della fotografia con accentuata nitidezza, conferendole maggiore profondità e creando immagini forti con una tridimensionalità di particolare impatto.
Secondo Augusto Pieroni – storico e critico delle arti contemporanee, curatore e saggista -: «Notevole il fatto che Simeoni abbia inteso far a meno del colore, evitandoci così uno stereotipo dei paesaggi africani. Senza distrarci con facili effetti, il suo bianco e nero ci permette di concentrarci su un altro livello tematico: lo sguardo. La gran parte delle immagini potrebbe essere facilmente scambiata per una galleria di ritratti. Il punto forte dell’opera di Luigi Simeoni è invece la tavolozza umana di sguardi invisibilmente dati e visivamente restituiti. Una galleria dalle sfumature tonali infinite, dove un’espressione di sfida può essere associata al volto di una bella ragazza, mentre un volto pieno di empatia può appartenere ad un uomo con un mitra in mano. Umanità che emergono dagli occhi, dai gesti e dagli atteggiamenti: tanto dei soggetti visibili quanto dell’invisibile autore che, al di qua di essi, è raccontato dalle scelte stesse del suo racconto».
L’inaugurazione della mostra “Emulsioni d’Etiopia” – che ha ottenuto una lettera di apprezzamento e un patronage diplomatico dall’Ambasciata etiope in Italia – si terrà Venerdì 6 dicembre 2019 dalle ore 18.00 presso Villa Faravelli (Viale Matteotti 151 Imperia) e sarà ad ingresso libero (si potrà nella stessa giornata visitare inoltre la Collezione permanente Architetto Lino Invernizzi con un biglietto promozionale a 5,00 euro).
Fino a domenica 22 dicembre sarà poi possibile visitare l’allestimento temporaneo durante gli orari di apertura del M.A.C.I. (Venerdì & Domenica 16.00 / 19.00 e Sabato 10.00 / 13.00 e 16.00 / 19.00) con un biglietto di ingresso a 2,00 euro.
Per tutta la durata della mostra temporanea l’ingresso alla Collezione permanente Architetto Lino Invernizzi sarà inoltre a 5,00 euro per tutti i visitatori anziché 8,00.
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