Quaranta edizioni, più una, quella del 2019, annunciata oggi: dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, un viaggio – quello della Guida de l’Espresso dei ristoranti e vini italiani – lungo dodici mesi e affidato a 90 esperti enogastronomici, per raccontare il meglio della ristorazione nazionale. La Guida offre la fotografia di una ristorazione viva, ricca, varia, che consolida e arricchisce i propri punti di forza, ma si aggiorna e si diversifica, anche cambiando connotati e caratteristiche. La Guida si propone di dare una chiave di lettura critica di quanto avviene nel “ristorante Italia”, mai variegato e complesso come oggi e ricco tanto di conferme quanto di novità emergenti, con regioni come la Lombardia, innanzitutto, il Veneto e il Piemonte che esprimono tavole di riconosciuta caratura internazionale, e altre dove più semplicemente si amministrano più o meno consolidate rendite di posizione.
E secondo le decine di autori della guida il buono autentico si trova in circa 2000 indirizzi, ai quali sono dedicati una scheda e un giudizio. Duemila recensioni che indicano l’estrema selezione che la guida rappresenta, dato che questo duemila è in effetti l’1% dei luoghi in Italia in cui – per usare un termine burocratico – si “somministra” cibo. Il giudizio viene espresso in cappelli: da uno a cinque, rispettivamente a simboleggiare: un cappello – Buona cucina, due cappelli – Cucina di qualità e di ricerca, tre cappelli – Cucina ottima, 4 cappelli – Cucina eccellente e 5 cappelli – I migliori in assoluto.
I 5 cappelli l’anno scorso erano cinque: Casadonna Reale – Castel di Sangro (AQ), Le Calandre – Rubano (PD), Osteria Francescana – Modena, Piazza Duomo – Alba (CN), Uliassi – Senigallia (AN). E e nella guida 2019 salgono a sette, con l’upgrade ai vertici del neo-tre stelle Michelin St. Hubertus del Rosa Alpina in Val Badia (chef Norbert Niederkofler) e del Lido 84 a Gardone Riviera dello chef Riccardo Camanini. A quattro cappelli troviamo ventitré locali, contro i sedici dell’anno scorso, e numerosi sono anche i nuovi “tre cappelli”, tutti da scoprire.
La Liguria è presente in classifica con un “tre cappelli”, il ristorante Paolo&Barbara di Sanremo, e con 6 “due cappelli”, tra i quali il ristorante Nove di Villa della Pergola ad Alassio. Poi, a scendere, con “un cappello”, altri venti locali, tra i quali cinque in provincia di Savona: Doc di Borgio Verezzi, il Mare Hotel A Spurcacciun-na di Savona, il ristorante Claudio di Bergeggi, il ristorante Vescovado dell’Hotel Palazzo Vescovile di Noli, il ristorante Muraglia Conchiglia d’Oro di Varigotti
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