Savona., E’ stato inaugurato questa mattina il nuovo viadotto “Madonna del Monte” sulla A6 Torino-Savona, investito lo scorso 24 novembre da un’imprevedibile e violenta frana del volume complessivo di circa 15mila m3 staccatasi dal versante sovrastante, non classificato a rischio idrogeologico nella cartografia dell’Autorità di bacino regionale e non di pertinenza della società concessionaria, abbattendosi a notevole velocità e con grande energia contro il manufatto autostradale in direzione Nord tra i caselli di Savona e Altare.
Alla cerimonia di inaugurazione hanno partecipato, tra gli altri, Paola De Micheli – Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Giovanni Toti – Presidente della Regione Liguria, Ilaria Caprioglio – Sindaco di Savona e Bernardo Magrì – Amministratore Delegato di Autostrada dei Fiori.
La realizzazione del nuovo viadotto in acciaio, lungo 58 metri e realizzato ad un’unica campata senza pilastri intermedi per scavalcare interamente la zona oggetto della frana, è avvenuta in circa 70 giorni, in anticipo rispetto ai tempi originariamente previsti, e ha visto l’impegno di una media giornaliera di 40 addetti in rappresentanza delle 27 società impegnate nei lavori sotto il coordinamento di Itinera, tra i principali player globali nella realizzazione di grandi opere infrastrutturali e di edilizia civile e industriale. L’impalcato, del peso di circa 300 tonnellate, è stato realizzato in acciaio di tipo “corten”, scelto per le migliori caratteristiche di resistenza alla corrosione e agli agenti atmosferici. Nell’ambito dei lavori del nuovo viadotto sono state installate circa 1.300 metri di barriere di sicurezza con il massimo livello di contenimento.
La stretta tempistica di realizzazione del nuovo viadotto è stata possibile grazie agli sforzi sostenuti dalle imprese che hanno partecipato ai lavori e alla proficua collaborazione, a vari livelli, di tutti i soggetti coinvolti nella realizzazione della nuova infrastruttura. “Siamo tutti particolarmente orgogliosi di essere riusciti a restituire in tempi così stretti ai nostri utenti e alla Regione Liguria un’infrastruttura di grande importanza per il territorio oltre che asse viario strategico per i collegamenti tra la Liguria e il nord ovest del Paese” ha commentato Bernardo Magrì, Amministratore Delegato di Autostrada dei Fiori.
Nel corso dell’inaugurazione del nuovo viadotto Madonna del Monte, la cui riapertura al traffico è prevista entro le ore 05.00 di domani sabato 22 febbraio, Autostrada dei Fiori ha ribadito il proprio grande impegno per innalzare in continuo il servizio offerto e migliorare ulteriormente il livello di sicurezza delle infrastrutture gestite (A6 Torino-Savona e A10 Savona-Ventimiglia).
“Nella ricostruzione del nuovo viadotto Madonna del Monte – ha proseguito Magrì – abbiamo messo lo stesso impegno che mettiamo quotidianamente nella gestione delle nostre opere d’arte. Il nostro è un approccio di tipo industriale teso ad innalzare il livello qualitativo delle infrastrutture, come dimostrano alcuni numeri: dal novembre 2012, quando abbiamo iniziato a gestire il tronco A6 Torino-Savona, ad oggi, a fronte di 446 milioni di euro di ricavi totali abbiamo speso ben 510 milioni di euro, di cui circa 290 milioni tra investimenti (circa 180 milioni) e manutenzione (circa 110 milioni)”. “Tali numeri – ha concluso Magrì – testimoniano come in questi anni di gestione la società abbia voluto privilegiare in via esclusiva il tema degli investimenti e dei lavori per innalzare il livello qualitativo delle opere.”
Al momento i cantieri aperti sulla A6 Torino-Savona sono circa 50 e seguono una programmazione di un piano di interventi validato da esperti terzi in corso di realizzazione. Tale piano è finalizzato alla conservazione delle infrastrutture nel tempo e tiene conto anche dei risultati delle analisi ottenuti grazie all’avveniristico monitoraggio strumentale adottato da Autostrada dei Fiori sulla propria rete che prevede l’applicazione di particolari sensori in continuo in grado di vedere in tempo reale 24 ore su 24 il comportamento delle infrastrutture.
Tale processo, che prevede il coinvolgimento, a vari livelli, di tre autorevoli professionisti terzi indipendenti appartenenti all’ingegneria civile italiana e internazionale, rappresenta un unicum nel settore infrastrutturale italiano.
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