Rinviare al 1° gennaio 2020 l’obbligo di inoltro dei corrispettivi elettronici (albergatori compresi) che generano volumi d’affari superiori a 400mila euro. Tenendo in considerazione il ritardo dei decreti attuativi e le possibili difficoltà operative che le aziende si troveranno ad affrontare per adeguare o acquisire i registratori di cassa.
È la richiesta che l’Upa, l’Unione provinciale degli albergatori fa al governo e in particolare al ministro dell’Economia e delle Finanze Giovanni Tria.
«La nuova normativa entrerà in vigore dal prossimo 1 luglio, in un periodo di grande afflusso turistico e questo creerà solo ulteriori complicazioni – spiega Angelo Berlangieri, presidente di Upa Savona – Inoltre riteniamo che i tempi per l’entrata in vigore dell’obbligo peraltro introdotto a soli pochi mesi dall’avvento della fatturazione elettronica, siano troppo brevi anche per le imprese più strutturate, e per questo è indispensabile prevederne il rinvio al 1° gennaio attraverso uno dei prossimi provvedimenti legislativi che emanerà il governo».
E i problemi all’orizzonte sono tanti. Come spiega lo stesso Berlangieri: «Tutti i colleghi dovranno essere dotati di registratori di cassa adeguati alla memorizzazione e alla trasmissione telematica dei corrispettivi. In questo momento non tutte le aziende che producono software e sistemi per l’inoltro dei corrispettivi elettronici hanno un numero sufficiente di dispositivi tanto da soddisfare le richieste delle nostre imprese. Vi è poi la possibilità di adeguarsi alla nuova normativa con l’invio degli scontrini attraverso il sistema dell’Agenzia delle Entrate. Ma pure questo sistema, secondo quello che abbiamo già potuto verificare, presenta difficoltà nella trasmissione dei dati».
Ecco perché l’Upa, a nome dei propri associati, chiede espressamente di «rimandare l’introduzione dell’invio telematico dei corrispettivi fiscali per non creare disagi alle aziende che ancora non hanno i software e i dispositivi disponibili».
Ma gli albergatori contestano anche un’altra idea: quella della lotteria degli scontri. «E’ semplicemente bizzarra – afferma Berlangieri – E’ stata pensata però per contrastare una piaga in continua crescita come l’evasione fiscale. Il governo si è inventato un’altra diavoleria: dal primo gennaio 2020 partirà infatti una vera e propria lotteria nazionale collegata agli acquisti che si ripeterà ogni mese. Introdotta nel 2017 ma sempre rimandata, la lotteria consentirà di abbinare ai corrispettivi elettronici un’estrazione di premi per incentivare la lotta all’evasione».
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