La comunicazione durante il presidio davanti a S. Giorgio
Genova. Bahri Jazan, la “nave delle armi”, non partirà domani con a bordo i quattro generatori destinati alla Guardia Nazionale in Arabia Saudita. La comunicazione è giunta dall’autorità portuale di Genova alla delegazione del Calp nel corso di un presidio a cui hanno partecipato diverse decine di persone per protestare contro l’arrivo nel porto di Genova del cargo saudita.
«Siamo soddisfatti da questa comunicazione – ha detto un rappresentante del collettivo – ma domani monitoreremo che quanto ci è stato detto venga rispettato. Sappiamo che questo non risolve il problema delle armi anche se per la seconda volta il nostro pezzettino lo abbiamo fatto fermando un carico di armi».
Il cargo Bahri Jazan, carico dei corazzati acquistati in Canada, arriverà comunque a Genova per effettuare una sosta, per questo i lavoratori monitoreranno che non ci siano tentativi di caricare la merce e confermano lo sciopero e il presidio in caso ci fossero “anomalie” rispetto a quanto dichiarato, ovvero che, preso atto dell’opposizione dei lavoratori del porto di Genova, non ritirerà i gruppi elettrogeni a uso militare prodotti dalla Teknel e destinati (con autorizzazione del Governo) alla Guardia Nazionale Saudita, corpo armato in prima linea nella guerra che sta devastando lo Yemen con armi prodotte in Canada, Stati Uniti e diversi paesi europei tra i quali l’Italia.
«Diversamente da quanto dichiara il governatore della Regione Liguria Giovanni Toti – spiegano alcuni manifestanti – la contestazione di questi giorni non riguarda “qualsiasi” vendita di materiale bellico, ma quella verso un paese in guerra, nel rispetto della legge 185 del 1990. Con la nostra presenza non facciamo altro che ricordare al Governo di rispettare i limiti che dovrebbe ben conoscere».
Il presidio indetto per domani alle ore 5 al varco Etiopia potrebbe essere annullato anche se resterà la vigilanza dei portuali affinché venga rispettato quanto comunicato. Al presidio di oggi c’erano tra gli altri partiti di sinistra, Usb, pacifisti ed Amnesty International.
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