La Tecnodem agiva in subappalto nell’ambito delle opere di demolizione.
Genova. Arrestati dalla DIA nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Dda di Genova, Gli amministratori della “Tecnodem srl” di Napoli, impresa impegnata nella ricostruzione del ponte Morandi. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal Gip nei confronti dell’amministratore di fatto e di una donna, considerata un prestanome. Dalle indagini è emerso che l’amministratore era contiguo a clan camorristici. La società era già stata esclusa dai lavori lo scorso maggio.
L’azienda era impegnata in lavori in subappalto per un totale di 100.000 euro nell’ambito delle opere di demolizione del ponte, in corso in queste settimane.
La Direzione investigativa antimafia, sulla base dei primi accertamenti di carattere amministrativo, avevano consentito agli inquirenti di emettere già a maggio scorso un’interdittiva a carico dell’azienda, che era così stata estromessa dai lavori.
Oltre agli arresti, d’intesa con la Dda di Napoli, sono in corso una serie di perquisizioni e sequestri preventivi tra Genova e Napoli.
I due arrestati sono l’amministratrice e socio unico della TECNODEM S.r.l., una donna priva di titoli ed esperienze professionali di settore, e l’effettivo amministratore della società, un 65enne di Napoli residente a Rapallo (GE), già condannato per associazione a delinquere (in un procedimento nel quale erano coinvolti affiliati al clan “MISSO-
MAZZARELLA-SARNO”, appartenenti all’organizzazione camorrista “Nuova Famiglia”) e per estorsione tentata in concorso, con l’aggravante di aver commesso il fatto con modalità “mafiose” (in un altro procedimento da cui emergevano circostanziati rapporti dell’uomo con il sodalizio camorristico “D’AMICO”, cui risulta legato da stretti rapporti di parentela).
Dalle indagini condotte dalla D.I.A. è emerso chiaramente il disegno criminoso studiato dai due nella circostanza che prevedeva, quindi, la donna come “cosciente schermo” delle attività dell’uomo, il quale, dopo che la società era stata estromessa dal sub appalto inerente i lavori di demolizione del “ponte Morandi”, si era già attivato per formare, quanto prima, una nuova compagine sociale composta da congiunti e/o persone fidate per continuare a
“proporsi” nello stesso settore.
L’odierna operazione si inserisce nel quadro delle “Disposizioni urgenti per la città di Genova”, che ha individuato la D.I.A. come punto di snodo per tutti gli accertamenti antimafia.
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