In Liguria è caccia alla Vespa Velutina, in particolare nei territori della Val Lerrone e della Val Merula, dove si è estesa in modo esponenziale.
Presente in Italia dal 2012, questo insetto, noto anche come “calabrone asiatico” ha richiamato subito l’attenzione, per la sua azione predatoria nei confronti delle api, che nel nostro paese, non hanno capacità di difesa. In Asia, infatti, da dove si è diffusa la velutina, le api riescono a contrastarla, circondandola e aumentando la loro temperatura, fino a produrre un effetto noto come heat balling. Il gruppo di ricerca, che ne studia i metodi di contrasto, ha posto sotto osservazione proprio l’esperienza ligure, constatando l’insufficienza del calore prodotto dalle nostre api, che come unica strategia cercano di non uscire dall’alveare, per sfuggire a questo temuto predatore, la cui diffusione può rappresentare un pericolo anche per l’uomo, con punture e veleno spruzzato negli occhi.
Per questo è stata creata una rete “Stop velutina”, cui segnalare nidi e catturare le regine, che possono essere imprigionate anche attraverso una semplice trappola realizzata con una bottiglia di plastica, da posizionare solo in primavera, quando le regine fondano le coloni o tra settembre e ottobre quando si preparano alla stagione invernale. Da una colonia possono nascere fino a 400 regine, che l’anno successivo riescono a formare 30-40 nidi.
Occorre dunque la collaborazione sinergica di tutti, per fermare questa avanzata nociva.
A tal fine a Garlenda, nell’entroterra ligure, dove negli ultimi anni si sono evidenziate gli attacchi delle temute velutine, la Squadra Comunale di Protezione Civile, in collaborazione con A.L.P.A. Miele, ha tenuto un importante seminario: “Vespa velutina, diffusione e attività di contrasto dalla Liguria di ponente al levante”, cui ha preso parte anche l’Assessore Alessandro Piana, vice presidente della Regione Ligura, teso ad illustrare, non solo la pericolosità di questo insetto esotico, da monitorare, ma anche le strategie di difesa e contrasto da adottare, rivolgendosi alle squadre di bonifica che vedono volontari, vigili del fuoco, protezione civile, apicoltori e ricercatori uniti in questa importante battaglia a tutela dell’ecosistema e dell’ambiente.
Grazia Noseda – Mediagold
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