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Contenuti pericolosi e violenti, circa tre milioni e mezzo nei primi tre mesi del 2018. Cancellato due milioni e mezzo di contenuti che incitavano all’odio. Sono stati rimossi 1,9 milioni di contenuti legati alla propaganda terroristica dell’Isis.

Nel primo trimestre 2018 Facebook ha disattivato circa 583 milioni di profili falsi e 837 milioni di contenuti spam. Sono alcuni dati contenuti nel primo Rapporto sull’applicazione degli Standard della Comunità che si affianca al Transparency report che dal 2013 tiene conto delle richieste dei governi al social network. Questo report riguarda sei temi caldi come hate speech, spam, terrorismo, pornografia, profili fake e violenza. La società ha confermato la volontà di portare a 20mila il numero di revisori umani e ingegneri che affiancano l’Intelligenza Artificiale per scovare questi contenuti.

Oltre a spam e account ‘fake‘ il social ha rimosso o etichettato come potenzialmente pericolosi circa tre milioni e mezzo di contenuti violenti nei primi tre mesi del 2018 e cancellato due milioni e mezzo di contenuti che incitavano all’odio. Sono stati rimossi 1,9 milioni di contenuti legati alla propaganda terroristica dell’Isis; e rimossi 21 milioni di contenuti di nudo di adulti o pornografici. “Abbiamo ancora molto da fare per prevenire gli abusi, i parametri non sono perfetti e dobbiamo migliorare i nostri processi interni e la nostra tecnologia. Il lavoro è in continua evoluzione – sottolinea Alex Schultz, vicepresidente Analytics di Facebook -. In parte l’intelligenza artificiale, pur essendo promettente, è ancora molto lontana dall’essere efficace per molti contenuti che violano i nostri Standard, come nel caso dell’identificazione dei contenuti d’odio dove il contesto è molto importante“.

Secondo il Transparency Report, invece, aumentano le richieste dei governi a Facebook. Nel secondo semestre 2017 quelle relative ai profili sono cresciute globalmente del 4% rispetto ai sei mesi precedenti, passando da 78.890 a 82.341 richieste. Il rapporto viene compilato dal social network dal 2013. “Controlliamo ogni richiesta governativa che riceviamo per accertarci che sia legalmente valida. Se appare carente o eccessivamente ampia, la respingiamo e combattiamo in tribunale se necessario“, afferma Chris Sonderby, VP & Deputy General Counsel.

Solo per fare qualche esempio, negli Stati Uniti, le richieste del governo sono rimaste all’incirca pari a 32.742, di cui il 62% include il cosiddetto ordine di non divulgazione che proibisce a Facebook di avvisare l’utente oggetto della richiesta (è aumentato dal 57%).

Riguardo l’Italia, le richieste del governo a Facebook relative ai profili degli utenti sono state 3979; quelle relative a procedimenti legali 1.991 e quelle riferite a sono state 68. Nel 66% dei casi sono stati forniti alcuni dati.

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