Enpa propone di destinare alcune aiuole sul lungomare ai cani e di mantenere il divieto solo nella restante parte.
Ceriale. Interessata da numerosi cittadini cerialesi la Protezione Animali savonese entra nel merito della discussione sul divieto di far accedere i cani agli spazi verdi, proponendo una mediazione al Comune di Ceriale ma anche a tutti gli altri Comuni dove sono vigenti analoghe disposizioni.
Enpa è certa che sia intenzione di tutti trovare una soluzione condivisa tra i proprietari dei cani e chi vuol tutelare il decoro pubblico ed attenuare il problema delle deiezioni canine;è evidente che in situazioni critiche si rende necessario intervenire, ma fino ad oggi le amministrazioni, e non solo a Ceriale, hanno faticato a trovare un equilibrio che possa tutelare il decoro pubblico senza sacrificare pesantemente le esigenze dei cani e il loro benessere.
Il recente divieto di far entrare i cani nelle aiuole al fine di preservarne l’integrità è stato oggetto di critiche che meritano sicuramente attenzione; se tutti i proprietari di cani, e sono sempre più numerosi, rispettassero questo divieto, sulla passeggiata e nelle vie del centro storico ci sarebbe un inevitabile incremento dei disagi provocati dall’urina dei cani: ogni pipì assorbita dall’erba è una in meno che ristagna sul marciapiede o sui muri delle case; è ovvio che perché le aiuole siano un abbellimento debbano essere curate, fiorite e con il manto verde uniforme ma un cambio di mentalità in proposito è necessario; si posso infatti far coesistere queste due necessità scindendo le esigenze.
Enpa propone di destinare alcune aiuole sul lungomare ai cani e di mantenere il divieto solo nella restante parte; se il numero di aiuole di libero accesso fosse proporzionato al numero dei cani, l’incidenza delle deiezioni liquide non interferirebbe con la crescita del manto erboso, soprattutto dove le aiuole sono soggette ad una regolare irrigazione; sarebbe quindi opportuno creare una sorta di “percorso canino” selezionando aiuole in cui il manto erboso riceva sì le stesse cure delle altre ma sprovviste di fiori o di altre piante delicate. Le restanti aiuole resterebbero invece vietate ai cani e si potrebbe così avere un bellissimo lungomare fiorito senza penalizzare eccessivamente le esigenze degli amici a quattrozampe e dei loro conduttori, fornendo finalmente una valida alternativa allo sporcare la pavimentazione della passeggiata e delle vie attigue.
Discorso analogo si potrebbe fare per il centro storico, se si riuscisse a creare zone adatte, adatte dal punto di vista igienico e dove permettere le minzione canine, contribuendo così a ridurle se non eliminarle dai muri, dai vasi, dai marciapiedi e dagli angoli degli edifici. Esistono poi in commercio strutture adeguate, di cui i nuovi amministratori dovranno valutare costi e benefici e trovare le necessarie risorse ma i volontari dell’Enpa pensano sia indispensabile cominciare a proporre alternative ai semplici divieti ed imposizioni, che in allo stato dei fatti non risolvono il problema o si limitano a spostarlo e troppo spesso sono praticamente inattuabili dai proprietari dei cani.
Enpa ritiene infine che per completare una sana politica di accoglienza turistica della’importante “nicchia” costituita dai proprietari di animali domestici sia necessario che tutti i Comuni che non lo abbiano ancora organizzino spiagge libere aperte ai cani o autorizzino gli stabilimenti balneari che ne facciano esplicita richiesta, nel pieno rispetto di un protocollo igienico e di benessere animale molto severo. L’impegno dei proprietari dei cani è indispensabile per la riuscita di un progetto finalmente attento anche alle loro esigenze, fermo restando il rispetto delle essenziali regole che garantiscono la civile convivenza.
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