Albenga. Dal sottosuolo affiorano reperti importanti che aiutano a ricostruire la storia di Albingaunum. Da lunedì scorsi si scava in cunicoli, anche molto stretti, per portare alla luce resti della città antica. Si lavora in una zona paludosa, nell’alveo del Centa, dove tutti i reperti ritrovati verranno poi sottoposti ad accurate analisi cronologiche per dare una datazione più precisa.
Un’indagine minuziosa e decisamente interessante quella iniziata nell’area archeologica di San Clemente ad Albenga, lungo l’argine destro di uno dei corsi d’acqua più importanti della Riviera di Ponente. Si tratta di una campagna di scavo, indagine e salvaguardia di un complesso in origine terme romane, poi necropoli e infine basilica cristiana fino al diciottesimo Secolo portata avanti grazie ad un finanziamento di 150 mila euro concesso dal Ministero. Somma che servirà anche per mettere in sicurezza l’area oggetto di scavo. Si lavora in una zona archeologica, situata sulla parte a monte del “ponte rosso” fatto costruire dall’ex sindaco Angioletto Viveri, che è continuamente messa in pericolo. Il fiume, straripato durante le alluvioni degli anni ’90, ha raggiunto la piena anche nel 2016. Un intervento, quello compiuto dalla Soprintendenza ai beni archeologici della Liguria, direttamente nell’alveo del Centa insieme agli esperti dello Stas, ovvero il Servizio tecnico per l’archeologia subacquea della soprintendenza ligure. Ed è qui che, con molta pazienza, si lavora con risultati davvero sorprendenti. Man man vengono trovati nuovi resti che confermano come Albenga possa fregiarsi del titolo di regina dell’archeologia a livello ligure. I materiali recuperati hanno rivelato la presenza di un particolare tipo di costruzione, che rappresenta un “unicum” in tutta la Liguria. Trovate una serie di palificate lignee, che sorreggevano parte delle antiche terme, e che gli studiosi considerano una novità interessante. Le antiche terme albenganesi dovrebbero risalire al I-II secolo d.C. Ma proprio gli scavi, attualmente in corso, permetteranno agli studiosi di essere ancora più precisi. L’attività in corso è seguita con interesse anche dal sindaco Giorgio Cangiano: «Un intervento importante che appassiona anche l’Amministrazione comunale perché darà la possibilità, in concreto, di ricostruire un capitolo interessante della storia di Albenga, città dal passato glorioso. Un orgoglio come sindaco e come cittadino di Albenga. Questa, d’altronde, è una città, con il suo centro, le rovine di Pontelungo, meravigliosa e ricca di storia». Le terme pubbliche romane e la chiesa di San Clemente che, appartenevano al suburbio di Albingaunum, sviluppatosi a partire dalla prima età imperiale, coincide, come è noto, con il moderno centro storico cittadino.
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