Il prossimo fine settimana.
Il 24 e 25 marzo, in occasione della 26.esima edizione delle Giornate di primavera del Fondo Italiano per l’Ambiente, grazie ai volontari della delegazione e del gruppo Fai Giovani di Savona sarà possibile visitare e conoscere, prima della completa ristrutturazione, il parco e la storia delle Colonie Bergamasche di Celle e Varazze.
Negli stessi giorni la delegazione di Albenga e Alassio organizza, inoltre, una visita per la cittadina di Calice Ligure attraverso le tappe di un percorso museale, il cosiddetto “museo diffuso”, fra cui la casa-studio dell’architetto Mario Galvagni, lo studio dell’artista Fernando de Filippi e l’abitazione privata di Maria Luisa Migliari.
Calice Ligure. La Colonia Bergamasca di Celle Ligure – Varazze venne inaugurata nel 1895. L’atto d’acquisto ufficiale risale al 29 aprile 1892 quando il conte bergamasco Teodoro Frizzoni comprò una parte del promontorio della località Punta. Il primo edificio, denominato padiglione Frizzoni, fu costruito nel 1894 e aveva 300 posti letto, inaugurati nel 1895 con i primi 195 bambini. Nel 1914 arrivò il padiglione Camozzi con ulteriori 120 posti a cui si aggiunsero nel 1925 altri 100 del nuovo padiglione Guido Frizzoni e ulteriori 50 nel 1929 con il padiglione Italcementi. Bambini che non erano mai usciti dal loro paese salivano in treno e dopo cinque ore si trovavano in riva al mare, in un mondo mai visto prima, vivevano in un complesso di 13.000 metri quadrati e giocavano in un parco di 40.000 “parte a prato in piano – si legge in un documento del 1931 – e in pendio, parte a selva di pini e di lecci”. Negli anni 50 fu costruito il secondo padiglione Italcementi, portando la struttura ad avere ben 6 padiglioni con 570 posti letto.
Le giornate cellesi saranno precedute venerdì 23 marzo, alle 18, presso la biblioteca civica di via Poggi a Celle Ligure, da una conferenza sui “Campi di concentramento in Liguria”, a cura dello storico Alex Chiabra e degli architetti Manuela Donadoni e Francesca Segantin. Durante la Seconda Guerra Mondiale nella Colonia Bergamasca fu ricavato il campo di concentramento di Celle Ligure, proprio nelle vicinanze della linea ferroviaria, il che favoriva l’arrivo dei treni dei prigionieri e le successive deportazioni. Funzionò dalla primavera del 1944 sino alla fine della guerra.
La delegazione FAI Albenga-Alassio, con l’aiuto del Comune di Calice Ligure, dei volontari e dei giovani ciceroni delle scuole superiori (Liceo Issel di Finale Ligure, Istituto Falcone di Loano, Liceo Don Bosco ed Istituto Alberghiero Giancardi, entrambi di Alassio) il 24 e 25 marzo, nelle giornate Fai di Primavera 2018, accompagnerà i visitatori nelle vie della cittadina alle spalle di Finale Ligure con l’intento di far conoscere e, quindi, di conservare il patrimonio artistico che vi è custodito. Le case e i palazzi aperti sabato e domenica dal Fai saranno le tappe di un percorso museale, di “un museo diffuso”.
Gli artisti soggiornavano a Calice Ligure per la maggior parte dei mesi estivi ed alcuni di loro, colpiti dalla bellezza e dalle particolarità del territorio, decisero di comprare casa stabilendosi anche per i mesi invernali. Calice, nel 1962 venne scelta come dimora da Emilio Scanavino, pittore e scultore italiano, uno dei maggiori esponenti internazionali dell’arte informale. In poco tempo vennero aperte tre gallerie dove furono esposte opere di artisti di fama internazionale e Calice Ligure divenne il nuovo polo del fermento culturale d’avanguardia, dopo Albisola.
L’idea di “museo diffuso” nasce dalla volontà del Comune di Calice Ligure e della Delegazione Fai di Albenga – Alassio di creare un percorso all’aria aperta alla scoperta dei luoghi cardine di un’intensa storia culturale senza, però, tralasciare i beni storico artistici che caratterizzano la cittadina. La visita inizierà nel centro storico di Calice dal palazzo del Comune dove i ciceroni accompagneranno i visitatori alla scoperta della collezione d’arte contemporanea “Remo Pastori”.
Questa collezione, dedicata al gallerista torinese Remo Pastori, che soggiornò a lungo a Calice Ligure durante gli anni d’oro della comunità artistica del paese, costituisce il nucleo originario del Museo e nasce dalla donazione al Comune da parte degli artisti stessi, nei primi anni Ottanta, in ricordo dell’amico gallerista scomparso.
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