Nei primi nove mesi del 2020 in Liguria si sono rilevate in totale 12.650 denunce di infortunio, il 17,4% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019 (erano state 15.317). Per il 85,9% si tratta di infortuni in occasione di lavoro (in calo del 15,2%) e per il 14,1% di infortuni in itinere (-30,2% dovuto soprattutto ai mesi di lockdown). È quanto emerge dall’analisi (in allegato all’articolo) di CGIL Liguria/INAIL sulle denunce di infortunio sul lavoro.
Nel comparto Industria e Servizi quasi il 92% delle denunce, che marcano un calo nettamente inferiore agli altri comparti; -10,3%, quasi tre volte meno dell’Agricoltura e oltre sei volte meno della Pubblica Amministrazione. Quasi un terzo delle denunce della gestione Industria e Servizi è classificata nel settore del TERZIARIO (-7,6% sul 2019); seguono le Altre Attività con il 22% del totale ed in forte aumento sull’anno precedente dovuto alla Sanità/Assistenza Sociale, l’Industria con il 20% (-21,4%), i settori non determinati con il 18% (-33,2%), e l’Artigianato con l’8% (-25,3%).
Il Settore della Sanità/Assistenza Sociale aumenta del 159%; il manifatturiero cala del 26,7%, le costruzioni del 21,9% e il trasporto/magazzinaggio del 23,2%.
A livello territoriale le denunce di infortunio sono in calo generalizzato tra il -27,5% di La Spezia ed il -16,6% di Genova: solo Imperia segna un modesto aumento (+0,6%) sul periodo tra gennaio e settembre 2019. Genova vale il 54% di tutte le denunce di infortunio sul lavoro in Liguria. Per l’82% dei casi le denunce di infortunio riguardano lavoratori italiani, che calano però più del doppio di quelli UE ed Extra-UE.
Con riferimento al genere, le denunce di infortunio calano per entrambe le componenti ma in modo molto diseguale; i maschi calano del 22%, le femmine meno della metà (solo il 10% in meno rispetto al periodo gennaio-settembre 2019). Per questo motivo rispetto all’anno scorso la percentuale femminile sul totale delle denunce di infortunio aumenta di oltre tre punti percentuali passando dal 38 al 41,4%.
Per i maschi gli infortuni in itinere rappresentano solo il 12,1% del totale degli infortuni sul lavoro; per le femmine il 16,8%. Non solo: il rapporto tra maschi e femmine per gli infortuni in itinere è praticamente alla pari: 50,4% vs 49,6%.
La fascia compresa tra i 50 e i 54 anni, e quella precedente e successiva, sono le più numerose per denunce di infortunio: insieme rappresentano quasi il 45% del totale.
Le denunce di infortunio con esito mortale riferite ai primi 9 mesi del 2020 sono state 31, 17 in più rispetto allo stesso periodo del 2019 (+121 %). In forte incremento i decessi in occasione di lavoro (da 11 a 27); per gli infortuni in itinere si passa da 3 a 4 (e tutti maschi).
Dei 31 decessi ben 30 sono riconducibili alla gestione Industria e Servizi. Il settore Non Determinato passa da 1 a 11 casi, ma è assai probabile che anche qui ci siano le evidenze tragiche della crisi pandemica. Da segnalare, pur in un periodo di diffuso blocco produttivo, il raddoppio dei decessi nell’Artigianato e le sette vittime nel settore del Terziario.
Genova riscontra il maggior numero di decessi (14 su 31), ma l’incremento maggiore rispetto all’anno precedente è a Savona che passa da zero vittime a 6; anche ad Imperia forte incremento da 2 a 7 deceduti, mentre a La Spezia ci si attesta a 4 morti sul lavoro (+1 sul periodo gen>set. 2019).
Sono 26 i deceduti Italiani (+14 sul 2019) che rappresentano quasi l’84% del totale degli infortuni mortali in Liguria. 1 vittima anche tra i lavoratori dell’Unione Europea (+1) e 4 tra quelli Extra-UE (+2).
Negli infortuni mortali, 29 sono maschi (+15) e 2 sono femmine (+2). Il 93% delle vittime sul lavoro è maschio 22 decessi su 31 tra i 50 e i 69 anni (71% del totale). Forte aumento degli infortuni mortali nelle classi di età più anziane.
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