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Alassio. Vacanze di Pasqua, ponti del 25 aprile e 1 maggio, «low cost» per i turisti pronti a mettersi in viaggio per raggiungere la Riviera. Sul web è boom di annunci su diversi portali come «Homeway» e «Airbnb» con offerte per soggiorni in strutture extralberghiere praticamente in tutte le località balneari della provincia Savona. Lo racconta oggi La Stampa in edicola.

Centinaia sono relativi alle cittadine più rinomate e richieste come Alassio, Finale Ligure, Loano e Borghetto, quest’ultima da sempre capitale delle seconde case. Moltissimi gli annunci recensiti dal portale «Airdna». Praticamente in tempo reale tiene costantemente aggiornato il borsino degli affitti tra bed & breakfast, affittacamere o casa vacanza. Un portale internet che, molto spesso, viene visitato anche dagli osservatori istituzionali del turismo per verificare l’andamento del mercato.

Il mercato degli affitti di case vacanza è in crescita, ma non è visto di buon occhio dagli albergatori se questi operano senza lasciare traccia. «Snaturano l’anima del posto e pesano sul fatturato alberghiero – fa sapere Carlo Scrivano, direttore dell’Upa, ovvero l’Unione provinciale degli albergatori di Savona – È tutto il settore alberghiero a risentirne. Da quando i portali online hanno preso a dominare il mercato l’ospitalità nella forma degli affitti brevi sembra essere diventata un mestiere “fai da te”, che non rispetta le regole e, ormai, neanche alla logica dello sviluppo sostenibile. Si tratta di un fenomeno mondiale, certo, ma che a livello locale sta provocando danni all’imprenditoria del turismo». Tesi sostenuta con forza anche dal presidente regionale di Federturismo Massimo Parodi che da sempre punta il dito contro il sistema degli affitti brevi. «Ci sono portali, per come sono strutturati, che permettono di approfittare di un buco normativo e fare affari in modo sleale». Da sempre gli albergatori sottolineano l’esistenza di «un problema di evasione fiscale e di concorrenza sleale, ricordando che città come Amsterdam, Barcellona, Berlino, New York, Parigi si sono già mosse per contrastare l’abusivismo. Dal rilascio di una licenza, all’apertura di una partita Iva obbligatoria se l’attività supera i 60 giorni l’anno, alla gestione solo da parte di imprese ricettive dei contratti d’affitto inferiori a 30 giorni, a multe fino a 100 mila euro per chi viola le regole sugli affitti di breve durata».

E proprio l’Upa, anche in questo periodo di feste pasquali, chiede con forza una presa di posizione urgente da parte di coloro che legiferano le normative. «Non è corretto che le strutture ricettive che sono in regola, che pagano le tasse e la tassa di soggiorno e rispettano le norme siano penalizzate e messe “fuori gioco” da altre strutture abusive che invece lavorano nell’ombra della semi-clandestinità. Sia chiaro: non siamo contrari a nuove forme di ricettività complementare, ma chiediamo il rispetto delle regole e chiarezza».

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