Alassio. «Quali sorti per le concessioni demaniali del litorale alassino?» Se lo chiede con un post pubblicato sul suo profilo Facebook Enzo Canepa consigliere di minoranza ad Alassio.
Il Governo, per mezzo della legge di bilancio approvata a dicembre 2018 (in vigore dal 1 gennaio 2019), ha esteso la durata delle concessioni demaniali marittime fino al 31 dicembre 2033.
È dunque compito degli uffici demaniali degli enti locali provvedere a notificare a tutti i gestori degli stabilimenti balneari la comunicazione ufficiale, al fine di permettere loro di procedere con gli adempimenti normativi e burocratici del caso.
Si tratta di un importante risultato per un settore che da anni vive nel limbo della precarietà ed ora avrebbe la possibilità di programmare investimenti.
Dico “avrebbe” perché, fino ad oggi, il comune di Alassio non ha agito in tal senso. Alassio rischia di diventare fanalino di coda della riviera di ponente.
Invece di invocare il dominio tedesco, sarebbe più opportuno che l’amministrazione applicasse le leggi dello Stato -come già realizzato da altri comuni, ma qui ancora ignorata – esponendo l’ente pubblico ad una eventuale azione risarcitoria promossa dai concessionari.
Infatti, qualora il nuovo governo che si insedierà dovesse rivedere l’attuale norma, gli operatori balneari potrebbero chiedere i danni al comune per la mancata applicazione di una legge dello Stato.
Le concessioni demaniali sono circa 340 di cui oltre 120 sono balneari.
Basta fare due conti per avere idea del danno che il comune potrebbe subire.
Invito l’attuale amministrazione ad intervenire in tal senso.
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