Donnedamare per l’impresa balneare è da sempre attiva nell’opposizione alla direttiva
Roma. «Finalmente Bolkestein davanti a numerosi colleghi balneari di tutta Italia e davanti a tutta la politica di tutti gli schieramenti ha chiarito il grande paradosso: gli stabilimenti balneari sono beni e non servizi come da sempre diciamo». Così Bettina Bolla, tra le fondatrici dell’associazione Donnedamare per l’impresa balneare, da sempre attiva nell’opposizione alla direttiva Bolkestein, a margine della giornata organizzata alla Camera che ha visto la presenza dello stesso Frits Bolkestein. In tutto ciò «entro il 2020 vogliamo una legge di riordino che tuteli gli attuali concessionari demaniali marittimi», sottolinea Bolla. «Sul sito del Mef, citato da Bolkestein, nel 2014 rispondendo a una domanda di un utente che chiedeva la differenza tra concessione e servizi un funzionario ministeriale ha risposto parlando di concessioni di beni ‘ad esempio le concessioni balneari’», riferisce Bolla. A questo punto «il prossimo governodeve risolvere la questione – dice Bolla – entro il 2020 vogliamo una legge di riordino che tuteli gli attuali concessionari demaniali marittimi che rappresentano 30mila famiglie, se dovesse venire loro applicata la direttiva Bolkestein sarebbe una sostituzione di imprese e non favorirebbe la concorrenza».
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