La protesta degli stabilimenti balneari liguri ha riscosso un ampio consenso, con un’adesione stimata intorno al 90%. Un segnale forte inviato al Governo per chiedere una legge sulle concessioni demaniali che garantisca certezze al settore.
L’iniziativa, che ha visto gli ombrelloni chiusi per alcune ore, è stata definita un «successo strepitoso» dagli organizzatori. «I nostri clienti hanno dimostrato grande solidarietà», ha commentato Enrico Schiappapietra, rappresentante dei balneari di Savona. «Hanno compreso le ragioni della nostra protesta e hanno apprezzato l’iniziativa ‘gentile’, che ha limitato i disagi».
Ma cosa chiedono i balneari? Innanzitutto, certezze sul futuro delle loro attività. Da anni il settore è alle prese con l’incertezza legata alla scadenza delle concessioni e all’applicazione della direttiva Bolkestein. I balneari chiedono al Governo di intervenire con una legge che definisca regole chiare e stabili per il rinnovo delle concessioni, garantendo così la continuità delle imprese e la valorizzazione del patrimonio balneare italiano.
Un’adesione diffusa. Non solo in provincia di Savona, ma in tutta la Liguria, gli stabilimenti balneari hanno aderito allo sciopero. A La Spezia, ad esempio, gli ombrelloni sono rimasti chiusi dalle 7 alle 9 del mattino. «È un segnale importante», ha sottolineato Tommaso Poletti, referente zonale di Confartigianato Imprese Demaniali. «Chiediamo al Governo di coinvolgere le Regioni per individuare criteri univoci per il rinnovo delle concessioni».
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