Liguria. L’Autorità d’ambito per il governo dei rifiuti ha approvato il Piano d’ambito per la gestione dei rifiuti. Si tratta del documento che costituisce il riferimento strategico per l’impiantistica e l’organizzazione del ciclo dei rifiuti urbani. Inoltre, recepisce e integra i contenuti del Piano metropolitano e di quelli provinciali, approvati di recente in via definitiva dopo la sottoposizione degli stessi al vaglio della Valutazione ambientale strategica (Vas).
“Il passaggio odierno – spiega l’assessore all’Ambiente Giacomo Giampedrone – rappresenta un momento decisivo nella strategia che Regione ha impostato per arrivare ad avere un unico ambito per l’intero territorio regionale e uscire quanto prima dall’emergenza rifiuti ereditata dal passato. Un progetto che darà la possibilità di sviluppare integrazioni e sinergie fra i diversi territori, fino ad oggi considerati autonomi nella organizzazione e nella gestione dei propri rifiuti, con gli scarsi risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Con la legge 20 del 2015 abbiamo portato a compimento grandi passi avanti nei risultati sul fronte della raccolta differenziata (+ 10 % di media regionale in soli due anni dall’entrata in vigore): il Piano d’ambito approvato oggi rappresenta la premessa per completare il percorso e chiudere definitivamente il ciclo, con la realizzazione degli impianti necessari a gestire i rifiuti liguri in autonomia, tenendo presente la valorizzazione economica che da essi può derivare. Non si parla infatti più di spazzatura, ma di materiali destinati a produrre valore economico, come la Forsu, la frazione organica differenziata, che può trasformarsi in energia e rappresenta la priorità numero uno della Liguria”.
Il Piano d’ambito approvato prevede di andare a pieno regime nel 2021: per raggiungere questo obiettivo, è prevista la realizzazione di un polo impiantistico in provincia di Imperia, con impianto di trattamento meccanico biologico del rifiuto residuo al netto della differenziata, un digestore anaerobico e una discarica che servirà il territorio imperiese. Per il resto della regione sono previsti tre impianti di trattamento meccanico biologico del rifiuto indifferenziato: si tratta di infrastrutture capaci di trattare 100.000 tonnellate l’anno di rifiuti, e che hanno come obiettivo il recupero di materiale riutilizzabile e di trasformare i rifiuti residui in combustibile. Oltre a questi, sono previsti tre impianti di trattamento tramite digestione anaerobica della frazione organica, capaci di trattare 60.000 tonnellate all’anno.
Gli impianti della Spezia e di Savona riceveranno quote dell’indifferenziato della città metropolitana, mentre Scarpino, una volta riaperta, sarà la discarica di servizio anche per il rifiuto residuale della provincia spezzina. La provincia della Spezia, come contropartita, riceverà il quantitativo di frazione organica prodotto dalla zona a levante del territorio metropolitano, da cui potrà ricavare energia.
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