Condividi l'articolo

Albenga. Presso l’auditorium San Carlo ad Albenga un centinaio di studenti delle scuole cittadine hanno incontrato la biologa marina Barbara Nani, fondatrice del primo whalewatching in Italia e presidente della cooperativa Costa Balenae. Attraverso suggestive immagini e video è stato presentato il Santuario Pelagos, Are marina protetta che si estende davanti alle coste ligure, dove vive e si riproduce la maggior quantità di cetacei di tutto il Mediterraneo. Balenottere comuni, stenelle, capodogli sono alcune delle specie più conosciute ma anche zifi, globicefali, delfini comuni, grampi e tursiopi, 8 specie di cetacei e a cui si aggiungono tartarughe, mobule,vari tipi di squali e pesci insomma un area ricca di biodiversità. Il progetto è sostenuto da numerosi enti pubblici, fra cui il comune e l’assessorato all’ambiente del Comune di Albenga. Le azioni di sensibilizzazione ed educazione sono un punto centrale dell’accordo di partenariato Pelagos sottoscritto dai comuni costieri con il Ministero dell’Ambiente.

Con tale adesione i comuni manifestano la loro volontà di partecipare e contribuire nelle loro azioni alla implementazione operativa di tutte le misure utili alla conservazione dei mammiferi marini del Santuario Pelagos.

“Informare e sensibilizzare i giovani” sull’ importanza di preservare questo patrimonio è una azione fondamentale afferma l’assessore Mariangelo Vio – che primo fra i comuni costieri ha aderito al progetto, un ringraziamento particolare anche a Coop Liguria che ha sostenuto l’iniziativa. Durante l’incontro è stato dato ampio spazio alla presentazione del progetto di ricerca “delfini del Ponente”, un progetto che coinvolge giovani ricercatori imperiesi e che ha come oggetto d’indagine il cetaceo Tursiope. Il tursiope Tursiope (Tursiops truncatus) è un grosso delfino, diffuso in tutti i mari del mondo, ad esclusione di zone artiche ed antartiche. È presente regolarmente nel Mediterraneo, dove conduce il suo ciclo vitale principalmente nell’ambiente litorale costiero. Ad oggi, è una delle specie di cetacei più comunemente avvistata nel mondo; tuttavia la popolazione Mediterranea è considerata ‘vulnerabile’ nella Red List della IUCN delle specie minacciate.

La specie è protetta dalle Convenzioni di Berna, di Barcellona e di Washington, dalla Direttiva comunitaria Habitat e dalla legge italiana n. 157/’92. Nonostante sia una tra le specie con più alto livello di attenzione in termini di conservazione, abitando ambienti sottoposti ad un elevato grado di alterazione e deterioramento dovuti alla presenza umana, risulta ancora minacciata da molte attività umane. Tra queste in particolare il sovra sfruttamento delle risorse ittiche, l’utilizzo di attrezzature da pesca che possono causarne la morte, l’inquinamento, traffico marittimo e la degradazione dell’habitat. Nel Mar Ligure il Tursiope viene studiato con progetti ad hoc dal 2001, unicamente nella zona del Levante (Genova- La Spezia) che rappresenta, per una serie di caratteristiche del fondale, un habitat ideale per questa specie, lì considerata molto frequente. Nel Ponente Ligure, al contrario, mai nessun ente di ricerca o fondazione scientifica ha condotto studi focalizzati sul tursiope, in quanto a causa della morfologia del fondale, gli avvistamenti sono sempre stati più rari e sporadici rispetto al versante levantino.

La piattaforma continentale è, infatti, molto ridotta e a poca distanza dalla costa vengono raggiunte profondità elevate (intorno ai 2000 m), adatte ad altre specie di cetacei ma non ai tursiopi che tendono a permanere in acque con profondità non superiori a 500 m. Nonostante queste conoscenze dell’areale di distribuzione della specie, è da notare un interessante cambiamento registrato negli ultimi anni. Infatti, nell’area che va da Capo Noli a Capo Mortola, le segnalazioni di tursiopi da parte di diportisti e pescatori e gli avvistamenti delle imbarcazioni che svolgono attività di whale watching nella zona, sono quasi triplicati rispetto alle stagioni precedenti e spesso sono stati individuati tra i gruppi di delfini anche un numero elevato di neonati e cuccioli. È già stato evidenziato che in altre zone con caratteristiche simili alla nostra, quindi non ideali per tale specie, come per esempio la Corsica, i tursiopi si sono adattati ad alimentarsi e a vivere. Se la presenza di un maggior numero di tursiopi rispetto al passato fosse confermata, si renderebbe necessaria l’attuazione di misure di conservazione e protezione di tale specie anche nel Ponente.

Da qui nasce quindi l’idea del progetto-pilota Delfini del Ponente, primo progetto, mirato al monitoraggio dei tursiopi nel Ponente Ligure su base annuale, in modo da ottenere dati non solo sulla distribuzione nel periodo estivo ma anche dei cambiamenti nel corso delle diverse stagioni.

Continua a leggere le notizie di Mediagold, segui la nostra pagina Facebook e X, resta aggiornato con le nostre ultime notizie da Google News.