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Thomas Lembong dell’Investment Coordianting Board: «Il presidente Joko Widodo ci ha autorizzato ad accettare gli aiuti internazionali per rispondere urgentemente al disastro».

Disastroso il resoconto dopo il terremoto e successivo Tsunami che ha colpito l’isola indonesiana di Sulawesi, a est del Borneo. Insan Nurrohman, vice presidente di Aksi Cepat Tanggap, una delle principali ONG indonesiane, ha riferito che: «In totale sono stati trovati 1203 corpi, ma alcuni non sono ancora stati identificati o recuperati».

Il maggior numero di vittime è stato registrato nella città di Palu, posta sulla costa centro occidentale della grande isola, che conta 335 mila abitanti, completamente devastata dall’evento sismico. Già ieri sulle spiagge sono stati rinvenuti centinaia di corpi esanimi, e le autorità temono che altri siano ancora in mare. Per le salme identificate si procederà con la sepoltura di massa per ragioni sanitarie, dal momento che in città non c’è acqua potabile, forniture di carburanti ed elettricità.

Un’esortazione per la comunità internazionale ad aiutare il Paese ormai in ginocchio: «Il presidente Joko Widodo ci ha autorizzato ad accettare gli aiuti internazionali per rispondere urgentemente al disastro», ha detto Thomas Lembong, presidente dell’Investment Coordinating Board – l’agenzia indonesiana per il coordinamento degli investimenti.

Ieri, in un comunicato, il dipartimento di stato U.S.A. ha annunciato che gli Stati Uniti «sono pronti ad assistere» l’Indonesia nelle operazioni di soccorso.

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