14 anni di attesa per una legge che applichi correttamente la direttiva Bolkestein. Ieri, in occasione della Festa della Repubblica, i balneari italiani hanno dato il via a una serie di iniziative di mobilitazione per chiedere al Governo una normativa che tuteli il loro futuro e salvaguardi la balneazione attrezzata in Italia.
Manifesti di protesta in tutti gli stabilimenti. Oltre 10.000 balneari hanno affisso un manifesto/locandina nei loro stabilimenti, da nord a sud del Paese, per sensibilizzare l’opinione pubblica e richiamare l’attenzione del Governo. Il messaggio è chiaro: «i balneari italiani hanno operato in buona fede, basandosi sulle leggi vigenti, e non possono essere penalizzati per l’inerzia delle istituzioni».
La direttiva Bolkestein non impone le gare in ogni caso. Come chiarito dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, la direttiva Bolkestein presuppone l’accertamento della scarsità della risorsa, ovvero l’impossibilità di rilasciare nuove concessioni. In Italia, invece, il Tavolo Tecnico consultivo ha certificato la possibilità di rilasciare nuove concessioni, dimostrando che non vi è la necessità di stravolgere un modello di successo che il mondo ci invidia.
30.000 aziende a rischio. Il settore balneare in Italia conta circa 30.000 aziende, prevalentemente a gestione familiare. Non si tratta di “capitani d’industria” come spesso viene dipinto, ma di onesti lavoratori che rischiano di perdere il loro lavoro e il frutto del loro impegno.
Mobilitazione per tutelare un settore strategico. Le iniziative di mobilitazione proseguiranno con l’obiettivo di spingere il Governo ad emanare una legge di tutela che dia finalmente certezze al settore. La balneazione attrezzata rappresenta un’importante realtà economica e turistica per l’Italia, e il suo futuro deve essere tutelato con norme chiare e giuste.
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