A darne la notizia l’amico Bobo Craxi. Il batterista, voce e paroliere dei Pooh, lascia la compagna Tiziana Giardoni
Addio a Stefano D’Orazio, lo storico batterista, anche voce e paroliere dei Pooh, è scomparso ieri a 72 anni. Non aveva figli, ma aveva sposato il 12 settembre 2017, nel giorno del suo sessantanovesimo compleanno, la compagna Tiziana Giardoni.
Il dolore dei suoi compagni della sua lunga carriera musicale: «Abbiamo perso un fratello».
A darne per primo notizia è stato l’amico Bobo Craxi che sui social ha scritto: «Stefano amico mio. Suona e scrivi anche lassù». Al suo tweet ha fatto seguito, pochi minuti dopo anche quello del giornalista Red Ronnie.
«Stefano D’Orazio era il fratello che io, figlio unico, non avevo. Quando perdi una persona così cara, soffri da morire, ma non ti rendi conto subito di quello che è successo». Dodi Battaglia, chitarrista dei Pooh, ricorda così Stefano D’Orazio. «È una tragedia. Le lacrime di questo momento sono solo una minima parte di quelle che verseremo quando andremo nell’ufficio in cui c’era lui, quando vedremo una Jaguar bianca come quella che aveva lui o quando vedremo un altro batterista volteggiare con le bacchette come faceva lui».
«Stefano ci ha lasciato! Due ore fa… era ricoverato da una settimana e per rispetto non ne avevamo mai parlato… oggi pomeriggio, dopo giorni di paura, sembrava che la situazione stesse migliorando… poi, stasera, la terribile notizia». Così su Facebook Red Canzian. «Abbiamo perso un fratello, un compagno di vita, il testimone di tanti momenti importanti, ma soprattutto, tutti noi, abbiamo perso una persona per bene, onesta prima di tutto con se stessa. Preghiamo per lui. Ciao Stefano, nostro amico per sempre… Roby, Red, Dodi, Riccardo».
Nato a Roma il 12 settembre 1948, muove i primi passi da batterista nei The Kings, poi The Sunshines. «Non sapevo neanche cosa volesse dire quel nome», raccontava nella sua autobiografia. Da lì una galleria di incontri che segnano una vita: Dario Bellezza che abita al piano di sotto; Carmelo Bene, che accompagna a colpi di tamburo al Beat 72; e poi Crocetta, il patron del Piper, che aveva inventato Patty Pravo e che porta D’Orazio dai Pooh, nel 1971. «Mi dissero che Valerio Negrini voleva lasciare il gruppo perché era stanco di fare lo zingaro – ricordava, raccontando il suo ingresso nella band -. In realtà lo cacciarono perché non era in linea con il gruppo che stava crescendo rapidamente. Ero un po’ perplesso, facevo underground, ero capellone, ma poi scoprii che ci davano davvero dentro».
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