Avete mai sentito parlare di supercelle? Sono dei veri e propri mostri meteorologici, caratterizzati da una potenza in grado di scatenare fenomeni estremi come grandinate, raffiche di vento e, talvolta, persino tornado. Proprio uno di questi colossi atmosferici il weekend scorso ha sfiorato la Liguria.
Cosa sono le supercelle?
Immaginate un gigantesco mulinello che si forma nel cielo, alimentato da correnti d’aria calde e umide che risalgono verso l’alto e da altre fredde e secche che scendono. Questo è, in sostanza, una supercella. A differenza dei comuni temporali, in cui i moti ascendenti e discendenti si mescolano, nelle supercelle questi movimenti sono nettamente separati, creando una struttura molto organizzata e duratura nel tempo.
Perché sono così pericolose?
| Grandinate devastanti | Le supercelle sono famose per produrre chicchi di grandine di dimensioni eccezionali, capaci di danneggiare seriamente colture, auto e tetti. |
| Venti fortissimi | Le raffiche di vento associate alle supercelle possono raggiungere velocità elevatissime, sradicare alberi, divelgere tetti e causare danni ingenti. |
| Tornado | La rotazione dell’aria all’interno della supercella può generare tornado, vortici violenti in grado di sollevare oggetti pesanti e distruggere tutto ciò che incontrano sul loro cammino. |
Come si formano e come vengono previste?
La formazione delle supercelle è un processo complesso influenzato da numerosi fattori atmosferici. Anche se i modelli meteorologici sono sempre più sofisticati, prevedere con esattezza dove e quando si formerà una supercella rimane una sfida. I meteorologi utilizzano radar, satelliti e altre tecnologie per monitorare l’atmosfera e identificare le condizioni favorevoli allo sviluppo di questi fenomeni estremi.
Le supercelle sono un esempio della potenza e della complessità dei fenomeni atmosferici. Comprendere come si formano e come si comportano è fondamentale per migliorare i sistemi di allerta precoce e proteggere le comunità dai loro effetti devastanti.
Crediti immagini: Wikipedia
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