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Savona. «Abbiamo appreso ieri il ritrovamento del primo caso accertato di peste suina africana nel savonese. L’animale è stato ritrovato nella zona di Sassello, nella valle dell’Erro. Una diretta conseguenza del fatto che fino ad oggi non si è ancora proceduto agli abbattimenti disposti dal PRIU, cosa che rende la situazione ancora più inaccettabile». Questo il commento amaro di Marcello Grenna Antonio Ciotta, Presidente e Direttore di Coldiretti Savona.

Una situazione insostenibile

«Come Coldiretti – continuano – abbiamo a più riprese ribadito la necessità di abbattere gli ungulati proprio perché temevamo una diffusione incontrollata dell’epidemia». Accanto ad essa, infatti, sorgono anche conseguenti danni al nostro entroterra, alla sua agricoltura, all’economia, al turismo e alla sicurezza dei cittadini.

«Abbiamo avuto ben modo di appurare a più riprese che i cinghiali rappresentano il principale veicolo di propagazione della Peste suina africana (PSA), con oltre 2,3 milioni di animali che stringono d’assedio città e campagne, da Nord e Sud della Penisola». Il mancato rispetto delle disposizioni del PRIU «lede l’intero territorio provinciale e regionale, aumentando anche l’invasione degli animali e i conseguenti danni alle colture della zona e alla sicurezza delle persone».

L’emergenza PSA arriva anche nel savonese

L’area interessata rientra tra le località della provincia di Savona interessate fin dall’inizio dell’epidemia da misure restrittive e controlli. Tutto questo ha la finalità di monitorare della situazione sanitaria e infettiva legata al sovrappopolamento dei cinghiali.

Nonostante questo, però, «a quasi un anno dall’inizio dell’epidemia continuiamo a versare in una situazione di grave ritardo, con misure non congrue e un numero di abbattimenti assolutamente inadeguato», incalzano ancora Grenna e Ciotta. Tutti fattori, questi, che non hanno fatto altro che peggiorare la situazione e rendere ancor più pesante l’emergenza in cui tuttora versano i nostri territori.

«È un disastro economico, sociale e in termini di sicurezza, sia per l’agricoltura che per il turismo e tutti gli altri settori coinvolti. Una situazione che, rispetto al 27 dicembre 2021, quando chi di dovere ha accertato la presenza della PSA sul territorio regionale, non solo non è cambiata, ma continua a peggiorare».

Le disposizioni

Il PRIU prevede l’abbattimento fino a 35.451 cinghiali, vale a dire il 180% di quanto fatto nell’ultimo anno.

«Sia il Ministero che la stessa Commissione Europea hanno a più riprese sollecitato la Regione – concludono il Presidente e il Direttore di Coldiretti Savona – ad attuare quanto prima le misure previste dal piano integrato di eradicazione. Ancora nulla, però, è stato fatto. Il territorio deve essere tutelato e messo in sicurezza, senza se e senza ma».

c.s.

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