La sera del 2 giugno il telescopio dell’Osservatorio Astronomico del Righi ha ripreso l’immagine allegata di Giove dalla quale si evince il drastico ridursi delle dimensioni della “Grande Macchia Rossa” (GRS, Great Red Spot), la vasta area anticiclonica che dai tempi delle osservazioni di Gian Domenico Cassini (metà del XVII secolo) caratterizza un emisfero del pianeta Giove.
La GRS è sempre andata soggetta a variazioni di forma, di dimensioni, di colore ma ciò che le sta succedendo da un po’ di tempo a questa parte pare non avere eguali nella storia recente al punto da far temere per la sua stessa sorte. Da qualche anno, infatti, la macchia appare in contrazione, ben lontana dalle dimensioni record stimate alla fine del XIX secolo. Per certo, il diametro della GRS è diminuito pressoché costantemente nel corso del XX secolo. Dall’inizio del XXI secolo pare ridursi ad un ritmo ancora più elevato, di quasi 1000 km all’anno, e la forma sta cambiando da quella di un ovale a quella di un cerchio. La dimensione misurata nel senso da nord a sud è cambiata poco, mentre è diminuita notevolmente la dimensione da est a ovest. Da ovale la forma della macchia sta diventando sempre più un cerchio.
Se alla fine dell’Ottocento, sulla base di osservazioni storiche, la Grande Macchia Rossa aveva un diametro stimato di 41 000 km, nel 1979 (cioè al tempo del passaggio ravvicinato della sonda Voyager 2) il diametro si era ridotto a circa 23.000 km, per poi diminuire ulteriormente nel 1995 a 20.000 km e poi ancora a 17.700 km nel 2009. È tuttavia a partire dal 2012 che si è osservato, dopo alcune segnalazioni di astronomi amatoriali, che la Macchia si sta riducendo a ritmi sempre più serrati, di quasi 1000 km all’anno.
In base a osservazioni compiute dal Telescopio Spaziale Hubble (HST), nel 2014 il diametro massimo della Macchia Rossa è sceso a 16.500 km, il valore più piccolo mai misurato dagli astronomi. Recentemente, fra il 19 e il 22 maggio, l’astrofilo australiano Anthony Wesley, ha osservato una scia di gas staccarsi dal corpo della Grande Macchia Rossa, come il braccio di una spirale. Il pennacchio è enorme: si estende per oltre 10.000 chilometri dal margine della tempesta e una corrente a getto sembra portarselo via. Il filippino Christopher Go, anch’egli astronomo dilettante, ha dichiarato di aver osservato un’estensione rossastra sul lato sinistro di questa tempesta roteante in senso antiorario mentre fotografava Giove già qualche giorno prima (il 17 maggio) rispetto alle osservazioni di Wesley.
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