Si sta svolgendo in questi giorni a Rimini, tra il 6 e il 9 novembre, la 22a edizione di Ecomondo. Si tratta di una fiera che si occupa della green e circular economy nell’area euro-mediterranea.
È un appuntamento di riferimento nel panorama internazionale per quanto riguarda il recupero di materia ed energia, ma soprattutto per la presentazione di programmi sullo sviluppo sostenibile. Nelle settore della green e circular economy, l’Italia è ai primi posti in Europa, sia per l’efficienza energetica e il riciclo dei rifiuti, sia nella produzione di risorse. L’economia circolare, adoperando metodi nuovi ed eco-sostenibili, permetterebbe di contrastare la crisi del sistema economico lineare, facendo si che lo sviluppo dello stesso non dipenda direttamente dallo sfruttamento delle risorse naturali. Quest’anno parteciperà anche la Commissione Europea che, attraverso la EASME (Executive Agency for SMEs), porterà in fiera 38 progetti provenienti da tutta Europa.
Martedì 6 novembre il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha dato avvio alla fiera. Nel programma della giornata è stata presentata una conferenza sulla “Valorizzazione dei fanghi di depurazione: aspetti normativi e sanitari”.
La bioeconomia circolare può essere messa in moto proprio dal ciclo idrico urbano, attraverso i fanghi provenienti dalla depurazione delle acque reflue. Il trattamento di questi sottoprodotti è molto complesso, da qui la necessità di dare avvio a nuovi progetti nazionali e internazionali. Questi sono spesso ostacolati da problemi di carattere normativo, economico o ambientale. La conferenza si è occupata nel particolare della situazione italiana e delle soluzioni nel breve e nel lungo termine.
Quando il fango di risulta di un impianto di depurazione non è più utilizzabile all’interno dello stesso, segue una serie complessa di processi che hanno lo scopo di eliminare il BOD residuo e le elevate quantità di materiale batterico. I fanghi devono quindi essere stabilizzati e resi idonei al successivo essiccamento e smaltimento. Questi processi permettono ai fanghi di essere correttamente smaltiti in rifiuti o riutilizzati in agricoltura.
Si tratta di un problema di grande rilevanza, poiché all’interno dei fanghi vi è la presenza di fosforo e di altri metalli pesanti difficili da smaltire. Ricercatori europei hanno dato avvio a numerosi progetti, tra cui ricordiamo il RECOPHOS (Recovery of phosphorus from sewage sludge and sewage sludge ashes with the thermo-reductive RecoPhos-process) finanziato dall’Unione Europea, che propone un’alternativa eco-sostenibile allo smaltimento dei fanghi. Il coordinatore del progetto è il dottore Harald Raupenstrauch. I ricercatori hanno sviluppato un reattore chiamato InduCarb, capace di estrarre il fosforo e altri metalli pesanti dalle ceneri volatili dei fanghi di depurazione a temperature elevate, i quali sono una valida alternativa al fosfato minerale. Il processo chimico alla base della reazione principale si chiama Woehler, che permette ai fosfati di reagire con il biossido di carbonio e il silicio, all’interno di una fornace, per essere poi ridotti in fosforo.
I risultati del progetto hanno un impatto fondamentale sulla produzione del fosforo, che non deve più dipendere necessariamente dallo sfruttamento delle risorse naturali, e soprattutto per la riduzione della produzione di rifiuti fortemente inquinanti nell’Unione Europea.
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