Tra gli alimenti più consumati a livello mondiale, il pomodoro è uno dei principali componenti della dieta mediterranea, ma, oltre che contenere preziosi nutrienti è anche ricco di nichel (Ni), un elemento che, ad elevate concentrazioni, può rappresentare una minaccia per la salute dei soggetti allergici.
L’ingestione di cibo e il consumo di acqua rappresentano la principale fonte di esposizione nella popolazione allergica al Ni, che può comunque tollerare contenuti minimi di questo elemento. Un pomodoro che contenga Ni in concentrazioni trascurabili, tale da poter essere denominato “Ni-free“, può rappresentare una svolta significativa sia per avviare una produzione di eccellenza sul territorio ligure, sia per poter consentire ai consumatori allergici (circa il 17% della popolazione) di poter reinserire il pomodoro nella loro dieta.
Il progetto TOMATO – verso un mercato del pomodoro Ni-free, finanziato dal PSR e sviluppato grazie alla collaborazione tra Coldiretti con Università di Genova-DISTAV, Micamo Spin-Off Università di Genova e le aziende agricole Cassani, Ciccione, Puppo e Zunino, ha l’obiettivo di individuare le pratiche agricole che consentano la produzione di un pomodoro a basso contenuto di Ni, tale da poter essere denominato Ni-free
Il gruppo di progetto ha risposto al Bando Regionale per lo Sviluppo Rurale 2014-2020, Misura 16.01 superando la prima e la seconda selezione, proponendo un Progetto che consentirà di sviluppare strategie per la coltivazione di pomodoro Ni-free supportate da un Disciplinare di Produzione che consenta di sostenere tali finalità.
Il progetto è stato attivato nei primi mesi del 2021 e ha come obiettivi:
- selezionare i genotipi di pomodoro i cui frutti abbiano per natura una bassa concentrazione di Ni;
- individuare le caratteristiche delle aree agricole idonee alla coltivazione di questi pomodori;
- selezionare le migliori pratiche agricole che consentiranno di tenere sotto controllo la crescita del frutto minimizzando il trasferimento del metallo nella pianta.
Il progetto TOMATO sarà in grado di attivare e sostenere una filiera per pomodoro Ni-free che, oltre a consentire alla popolazione allergica al Ni di reintrodurre questo alimento nella dieta, potrebbe consentire di impiegare anche aree coltivabili attualmente sottoutilizzate (es., ponente ligure) e favorire la potenziale riconversione di quelle aziende che vogliono riconvertirsi alle produzioni di un prodotto ad alto valore aggiunto.
TOMATO è entrato nel vivo con la caratterizzazione di alcune aree produttive presso cinque aziende della piana di Albenga distribuite tra Andora, Albenga e Ceriale.
Le aziende agricole coinvolte sono un vivaista, che ha fornito le piante di pomodoro per il progetto, e aziende con diverse strategie produttive che si occuperanno di mettere in atto le metodologie colturali Ni-free nei prossimi campi prova.
c.s.
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