Produrre energia da fonti rinnovabili vuol dire effettuare una scelta green rispettosa dell’ambiente. I sistemi fotovoltaici invecchiando diminuiscono la loro produttività. In media un impianto fotovoltaico ha una durata circa 20/25 anni mentre per gli inverter si parla di una durata media di 7/10 anni.
Il revamping, letteralmente “rinnovamento”, riferito agli impianti fotovoltaici, quando si modificano, migliorano o modernizzano, consente di allungare mantenendo o addirittura aumentando efficienza e produzione. È disciplinato dal D.M. 23/06/2016 con avvallo del G.S.E., cioè le linee guida per il revamping di un impianto fotovoltaico, mantenendo immutate le condizioni necessarie per ricevere gli incentivi.
È possibile aumentare la potenza dell’impianto, entro certi limiti, e sostituire l’inverter con uno più potente, senza perdere incentivi.
Quali i fattori che possono consigliare il revamping?
Sicuramente l’età, per questo è buona norma tenere monitorata la produttività nel tempo. Effettuare un revamping significa ripristinare l’impianto in condizioni ottimali e garantirsi una produttività adeguata di energia.
La normativa è chiara ma complessa occorre farsi seguire da aziende con esperienza pluriennale nel campo, che sappiano valutare e consigliare, se necessari, gli interventi in modo corretto rispettando la normativa vigente, pena l’immediata perdita degli incentivi statali.
In futuro, il revamping ci permetterà di non farci trovare impreparati alla diffusione delle Smart Grid, ovvero delle reti intelligenti, in cui viene valorizzato il ruolo della produzione di energia decentrata.
Il consumatore diventa produttore di energia per sè o per scambiare in rete quella in eccesso.
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