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In evidenza come il 2020 sia stato un anno di profondo stress e ansia per gli italiani, dovute principalmente a un cambiamento di abitudini e stili di vita.

Il 2020 sta per volgere al termine. Come ogni anno, è il momento di tirare le somme per pesare e valutare attentamente questi 365 giorni all’insegna del Covid, alla ricerca di lezioni utili per il futuro. Nonostante la voglia di voltare pagina e cambiare, è comunque utile fare il resoconto di un anno difficile come quello ormai agli sgoccioli e chiedersi “Che anno è stato il 2020 in Italia?”. Un punto di vista interessante è fornito da una ricerca di Assosalute, Associazione nazionale farmaci di automedicazione, condotta in collaborazione con Human Highway.

I risultati della ricerca mettono in evidenza come il 2020 sia stato un anno di profondo stress e ansia per gli italiani, dovute principalmente a un cambiamento di abitudini e stili di vita. Secondo Assosalute, per 1 italiano su 3, indipendentemente dall’età, la fonte di stress principale in questo ultimo anno è stata la salute, dato che arriva al 40% tra le donne. In particolare, è proprio la paura del Covid a creare ansia: si teme di ammalarsi o che il virus colpisca i propri cari. Tra le preoccupazioni anche quella per il lavoro, che affligge 1 italiano su 4, soprattutto tra gli uomini (28%), con particolare riferimento ai timori per le prospettive future. Infine, il 15% degli intervistati vede nella limitazione alle relazioni sociali la prima causa di stress, problema sentito soprattutto dai più giovani e dagli over 65.

Secondo l’indagine, 8 italiani su 10 hanno sofferto di almeno un disturbo riconducibile allo stress negli ultimi 12 mesi, con maggior incidenza tra le donne e un aumento, per entrambi i sessi, dei disturbi legati allo stress rispetto allo scorso anno. Risultano più comuni rispetto al periodo pre-Covid nervosismo, irritabilità, disturbi del sonno (più diffusi tra i 25 e i 44 anni), tensioni e dolori muscolari (in particolare negli over 55).

Chiedere il parere di un medico e assumere farmaci di automedicazione sono i due comportamenti più diffusi in caso di disturbi legati allo stress, adottati rispettivamente dal 42,7% e dal 41,7% degli intervistati. Seguono la richiesta di consiglio al farmacista (21,6%), ad amici e parenti (16,4%) e il ricorso al web (12,6%). Ricorrere ai farmaci di automedicazione è un’abitudine più femminile, mentre gli uomini tendono a rivolgersi al medico, ad amici e parenti, e al web.

Alcuni comportamenti possono aiutare a limitare lo stress, come sonno e alimentazione corretta, adottati rispettivamente dal 39% e dal 34% del campione. Non mancano sport e attività fisica (23,8%), più tipico degli uomini che delle donne, e il prendersi del tempo per dedicarsi alle proprie attività preferite, stare da soli, con i propri affetti, o a contatto con la natura.

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