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“Caro ministro Bussetti ( caro nel senso economico del termine perché io non ho affetti politici)
Sono un’insegnante del nord , almeno così mi reputo, visto che vivo in Liguria dalla nascita.Nello specifico, sono precaria dal 2000 ed ho quindi lavorato in tante scuole. Ho visto di tutto ed ho incontrato tutto un mondo che ,temo lei non abbia mai potuto far altro che incrociare(forse e raramente) se non che nei corridoi che portano dai bagni all’uscita di sicurezza ,quasi sempre fuori uso.Ho conosciuto colleghe Siciliane, Campane, Pugliesi e Calabresi “salite” per una supplenza ,con o senza figli lasciando marito e genitori a casa.Tutto solo per un punteggio ( perché tra affitto e spese varie il guadagno si azzera) e la speranza di poter un giorno svolgere la professione nella propria regione.Poi,nel tempo,ho visto anche quelle che non ho visto; ovvero insegnanti che,di diritto hanno preso cattedra ma non si sono mai presentate o si sono assentare x tutto l’anno. Motivi vari: famiglia,salute…Ma sa che le dico? Che forse,se avessi dovuto lasciare per un anno intero mio figlio,per lavorare a guadagno zero,forse lo avrei fatto anch’io.Presumobilmente pure lei.In meridione sono pochissime le scuole che offrono il tempo pieno alle famiglie e tantissimi i laureati, proprio a causa dell’assenza di lavoro.Studiano, con la speranza di trovare qualcosa ma è davvero dura.Ad oggi sono più di una le mie colleghe che hanno lasciato casa e speranza,ribaltando la loro vita e quella dei familiari,pur di lavorare. Oggi sono qui,in Liguria, chilometri e chilometri da casa. L’impegno ce l’hanno messo. Ora lo metta anche lei e,se proprio non riesce, almeno faccia silenzio”.

Alessandra Colella

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