Genova si fa promotrice di una nuova visione della vita notturna. Grazie al progetto europeo “Cities After Dark“, la città ligure sta sperimentando modalità innovative per rendere la movida più sicura, inclusiva e sostenibile.
L’iniziativa, che coinvolge diverse città europee, punta a creare una rete di collaborazione tra amministrazioni locali, operatori del settore e cittadini per ripensare l’economia notturna come risorsa per lo sviluppo urbano. A Genova, il progetto si concentra sulla creazione di un’offerta culturale e di intrattenimento più variegata e accessibile, coinvolgendo anche zone della città finora meno frequentate.
«L’obiettivo è quello di garantire a tutti il diritto di vivere la città anche di notte, senza rinunciare alla sicurezza e alla qualità della vita», spiega l’assessore al Marketing territoriale Francesca Corso. «Vogliamo creare una movida che sia un valore aggiunto per la città, capace di attrarre visitatori e di migliorare la qualità della vita dei genovesi».
Per raggiungere questo obiettivo, sono in corso diverse iniziative, tra cui:
| Coinvolgimento degli attori locali | Il progetto coinvolge attivamente bar, ristoranti, associazioni e cittadini per co-creare una visione condivisa della movida ideale. |
| Promozione di eventi culturali | Sono previsti concerti, mostre e altre attività culturali per animare le notti genovesi. |
| Valorizzazione dei luoghi | Vengono individuate nuove location per ospitare eventi e iniziative, al fine di destagionalizzare il turismo e valorizzare zone meno conosciute della città. |
| Sicurezza e inclusività | Il progetto pone particolare attenzione alla sicurezza e all’inclusività, promuovendo iniziative per prevenire la violenza e garantire l’accesso a tutti. |
«La movida è un fenomeno complesso che richiede un approccio integrato», afferma Andrea Pirni, ordinario di Sociologia dei fenomeni politici all’Università di Genova. «Il progetto “Cities After Dark” ci offre l’opportunità di sperimentare nuove soluzioni e di costruire una città più viva e dinamica».
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