L’allarme degli iscritti all’Unione Industriali di Savona e l’incubo di uno stop dell’intero sistema.
Savona. Due mesi di provvedimenti governativi, purtroppo, non si sono rivelati sufficienti. La situazione dell’autotrasporto, legata soprattutto al caro carburante, mette in ginocchio le imprese italiane. E dal Savonese si alza un grido d’allarme, una richiesta di aiuto trasversale che scatta dagli iscritti all’Unione Industriali.
La fotografia è quella di un quadro persino peggiorato rispetto allo scorso aprile in cui, per gli imprenditori, non esistono strumenti utili a combattere un andamento che rischia di portare al collasso un intero settore.
«Chiediamo un immediato confronto alle altre associazioni di categoria perché dalla Liguria parta, in tempi urgenti, quel grido disperato che coinvolge l’intero Paese. La nostra categoria non può alzare i prezzi perché perderebbe i clienti. Organizzare un fermo nazionale diventa, oggi, impossibile. D’altronde azioni come queste metterebbero in ginocchio la manifattura e le costruzioni, cioè, i nostri colleghi delle imprese associate, senza risolvere il problema. Danni che si aggiungerebbero al costo di energia e materie prime. La tendenza si riflette su molteplici aspetti, compreso quello delle gomme che subisce rincari derivanti dal prezzo del greggio. Necessario come non mai un segnale forte relativamente alla cancellazione di determinate accise o di tariffe speciali per i mezzi pesanti. Tuttavia, il risultato di questo scenario provocherà fallimenti generalizzati e migliaia di unità occupazionali a rischio» spiega Corrado Ivaldi, rappresentante della Fratelli Ivaldi di Cairo Montenotte.
Una posizione che trova riscontro nelle parole di Elisa Vernazza, responsabile logistica di Vernazza Autogru: «In questi mesi sono aumentati sia il costo del gasolio che la carenza di autisti. Il nostro settore sta subendo una crisi che, purtroppo, gli enti competenti non stanno affrontando con le dovute azioni risolutive. Siamo un settore che sta diventando sempre più “fragile”, temiamo che presto molte aziende siano obbligate a fermarsi perché non avranno i mezzi e le persone necessarie per fornire il servizio richiesto. Abbiamo bisogno dell’aiuto istituzionale per far migliorare il nostro settore e far crescere il lavoro. Senza l’autotrasporto si blocca tutto».
Scenari sintetizzati dalla presidente della sezione trasporti Uisv e membro del cda Tpl Linea, Agnese Bellini: «I margini di guadagno delle nostre imprese, pubbliche e private, già in sofferenza a causa dei precedenti rincari, si sono ormai ridotti in maniera drastico. Non hanno più senso. L’approssimarsi della data di scadenza del taglio delle accise non può che destare grande preoccupazione. La situazione sta mettendo sempre di più in difficoltà i trasportatori, in conto proprio e in conto terzi, oltre al trasporto pubblico, costretto ad attingere alle proprie casse per fronteggiare tali aumenti. Il tema caro carburante, contro ogni auspicio, rimane al centro dell’attenzione e ritorna imprescindibile un intervento del Governo volto a calmierarne il prezzo questa volta con l’adozione di misure più strutturali. Spero che questo non sia l’ennesimo grido d’allarme inascoltato di un settore strategico quale è quello del trasporto, sicuramente il più colpito da tali problematiche».
c.s.
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