23 maggio 1992 – 23 maggio 2024: trentadue anni sono trascorsi dalla strage di Capaci, dove Cosa Nostra assassinò il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Un attentato vile e mafioso che ha segnato per sempre la storia d’Italia.
Ancora oggi, dopo tre decenni, il «cancro della Mafia», come recita il testo sulla pagina social di Roberto Traverso, continua ad «infettare le Istituzioni». La lotta contro la criminalità organizzata è una battaglia quotidiana che richiede impegno costante e sinergia da parte di tutte le forze sane dello Stato.
Commemorare il sacrificio di Falcone, Morvillo e degli agenti della scorta significa non solo ricordare il loro coraggio e la loro dedizione, ma anche rinnovare l’impegno nella lotta contro la mafia. Significa esigere verità e giustizia per tutte le vittime innocenti di Cosa Nostra.
«Chi ha la coscienza sporca: TACCIA!» è un monito forte e chiaro di Traverso, rivolto a tutti coloro che, in qualche modo, hanno avuto a che fare con la mafia o che ancora oggi la proteggono o la alimentano.
La memoria di Falcone e dei suoi uomini vive. Il loro esempio continua ad ispirare le nuove generazioni nella lotta per un’Italia libera dalla mafia.
È necessario però che le parole si traducano in fatti concreti. Le Istituzioni devono dimostrare, con azioni concrete e coraggiose, di essere dalla parte dei cittadini onesti e di voler estirpare definitivamente il cancro della mafia dalla società italiana.
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