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La Pomona italiana, i muretti a secco, mele e olive sono alcuni degli elementi liguri che spiccano nella pubblicazione.
Liguria e Umbria finiscono nella collana Ispra dei frutti dimenticati in Italia: una raccolta di curiosità, storie e testimonianze che parte dalla preistoria per arrivare ala Strategia europea per la Diversità 2030.
Per la Liguria spiccano diversi elementi: la figura di Giorgio Gallesio, “papà” della Pomona italiana (la celebre raccolta di disegni dei frutti italiani distinti per varietà e caratteristiche su cui hanno studiato generazioni di botanici); le peculiarità del territorio, piccolo ma con il patrimonio floristico spontaneo più ricco d’Italia, alle prese con la minor incidenza delle aree agricole sul totale e la loro più veloce diminuzione.
I muretti a secco, marchio di paesaggio delle Cinque Terre, e 33 “carte di identità” su ciliegie, fichi (lo sapevi che una volta secchi triplicano il potere calorico?), castagne, mele, olive, prugne e altri frutti autoctoni della Liguria, ma che difficilmente finiscono sugli scaffali dei supermercati.
Questo e molto altro ancora nella pubblicazione, a cui Arpal ha collaborato con il settore che si occupa di biodiversità
Il nono e più recente quaderno, edito da Ispra in collaborazione con Arpa Emilia Romagna, è un volume che rientra nella collana dedicata ai frutti dimenticati delle regioni italiane.
L’intento di quest’opera è quello di mantenere alta l’attenzione sulla salvaguardia delle antiche varietà di frutti, che rappresentano un grande e importante valore anche per la conservazione della biodiversità; ecco, allora, che questi quaderni portano alla ribalta realtà che stanno scomparendo. La necessità di preservare antiche semenze e tradizioni, riconoscendo come la qualità del cibo che mangiamo sia fondamentale per la nostra salute e dipenda in maniera imprescindibile da un buono stato di conservazione dell’ambiente che ci circonda, rappresenta un tema estremamente attuale, che ha ripreso vigore nell’ambito delle strategie europee recentemente delineate.
Così, se da un lato viene riconosciuta l’importanza dell’intera filiera del cibo nella direttiva “From farm to fork”, dall’altro vengono incentivati sistemi di coltivazione sempre più rispettosi della vita animale e vegetale, ponendo l’attenzione sulla necessità di recuperare tutti gli ambienti degradati, nell’ambito della Strategia per la biodiversità 2030. Il risultato è una forte spinta alla transizione da forme di agricoltura convenzionali a tecniche di coltivazione sostenibili, come l’agricoltura biologica, che vede inevitabilmente la valorizzazione delle varietà più resistenti perché selezionate dalla natura stessa nel corso dei secoli.
Nell’ambito di questo volume Arpal ha svolto un’attività di coordinamento sul territorio ligure, con il supporto entusiastico di tanti autori, che l’Agenzia ringrazia e che hanno collaborato alla realizzazione di quest’opera. Il lavoro svolto per questo volume ha permesso di riscoprire un mondo fatto di persone eccezionali, spesso anziane, che lavorano ogni giorno con dedizione per mantenere in piedi l’ossatura di quel rapporto uomo-natura su cui poggia la salute di tutti noi. All’interno del volume, accanto alla ricostruzione delle tradizioni e delle peculiarità che caratterizzano il paesaggio ligure, sono riportate 33 schede inerenti altrettante varietà, che illustrano però solo una piccola parte delle numerose cultivar ancora presenti sul territorio. L’invito quindi è quello di andare alla scoperta di queste varietà, con la consapevolezza che sostenendo questi prodotti si farà un passo concreto anche per la tutela della nostra biodiversità.
c.s.
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