Ma le imprese liguri si animano di un tripudio di colori primaverili tra ranuncoli, anemoni, margherite, papaveri, ginestra, per avere un fiore 100% Made in Liguria in ogni occasione.
Con un leggero anticipo sulla fioritura, anche quest’anno la mimosa Made in Liguria non ha deluso le aspettative del mercato in quanto a quantità e qualità: il vivace ramoscello giallo, coltivato per il 90% proprio nella nostra regione, sarà l’omaggio floreale più ricercato a livello nazionale ed internazionale per la Giornata della Donna.
È quanto afferma Coldiretti Liguria, per sottolineare una stagione del fiore simbolo dell’8 marzo più nella norma rispetto a quella dell’anno scorso, che attesta il prezzo medio dagli 8 ai 10 euro al kg per i mesi di fioritura (febbraio/marzo), mentre l’ormai riconosciuta qualità e notorietà del fiore ligure continua a spingerlo sul mercato nazionale ed internazionale. La mimosa ha avuto origine dell’isola di Tasmania, in Australia, ed è stata introdotta come pianta ornamentale in Europa a partire dal 1800 per il suo caratteristico fiore piumoso dal colore giallo intenso e profumo inconfondibile. Temendo gli inverni troppo rigidi si è adattata molto bene alle zone temperate soprattutto del ponente ligure dove la floricoltura è un settore di punta dell’economia locale. E’ apparentemente un fiore fragile, ma riesce ad attecchire su qualunque terreno, ed è per questo, oltreché per il fatto di fiorire anticipatamente rispetto alla primavera astronomica, che è da sempre stato associato al genere femminile, diventando simbolo dell’8 marzo. Ma facendo un balzo nella storia, anche secondo i nativi americani regalare un ramoscello di mimosa alla donna da conquistare simboleggiava la sua forza, la stessa forza, che a distanza di secoli si può usare per fare la differenza in un momento come quello che stiamo vivendo a causa della pandemia.
«Ad un anno dall’inizio della pandemia, e nonostante la crisi che ha colpito pesantemente il settore florovivaistico locale, – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – si può e si deve ora ripartire con una nuova primavera che viene aperta con i colori e l’eccellenza delle varietà floricole coltivate in Liguria. Questa stagione inizia proprio con la mimosa, simbolo di forza e femminilità che già i partigiani portavano in dono alle loro staffette, e che non ha perso il suo ruolo di omaggio “DOC” per la Festa della Donna. A livello nazionale la Liguria, in particolare la zona d’Imperia con le sue circa 1500 aziende che la coltivano in modo ecocompatibile sui tipici terrazzamenti, è la massima produttrice di mimosa, sempre più richiesta soprattutto sul mercato nazionale. Ma per chi vuole fare un dono più particolare, numerose sono le varietà già pronte nelle nostre serre per realizzare bouquet 100% locali con ranuncoli, ginestra, papaveri, anemoni o stupire con una classica margherita in vaso. Si ricorda che in occasione della festa della donna, e in qualsiasi altro momento dell’anno, acquistare fiori liguri significa sostenere un settore che ha già pagato un prezzo pesantissimo alla crisi causata dalla pandemia. Purtroppo lo tsunami ha travolto particolarmente la nostra regione a causa del blocco del mercato interno e i rallentamenti, su quello estero che si sono verificati dalla scorsa primavera. Solo considerando il periodo gennaio-ottobre 2020 il dilagare del Covid ha provocato inoltre a livello nazionale il taglio del 50,3% dei matrimoni a fronte dei 170mila celebrati nello stesso periodo del 2019, azzoppato i bilanci delle aziende».
c.s.
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