Forse spaventata dal via vai del mercato del lunedì, una bella pernice rossa si è infilata, approfittando dell’apertura della porta automatica per far entrare un cliente, in una farmacia di via Paolo Boselli a Savona; il volatile è stato poi recuperato dai volontari della Protezione Animali, che lo hanno ora in cura, in attesa che si riprenda e possa essere liberato al più presto in una zona idonea, essendosi finalmente chiusa domenica scorsa la caccia (ad eccezione di quella di selezione alla femmina ed ai piccoli di daino e capriolo).
Sono migliaia le pernici rosse, i fagiani e le starne d’allevamento, acquistati ogni anno e liberati dagli Ambiti di Caccia poco prima dell’inizio della stagione venatoria; quello Savonese ne ha comprati l’anno scorso ben 2.500, cui vanno aggiunti quelli degli Ambiti Albenganese e della Valbormida; poveri animali cresciuti in fretta in voliera, completamente ignari dell’ambiente naturale e delle sue leggi in cui vive la specie selvatica, immessi invece in un territorio che non conoscono ed incapaci di trovarvi il cibo (e l’acqua) necessario alla sopravvivenza; e molti di essi, proprio per cercarlo, si avventurano nei luoghi abitati associandolo alla presenza dell’uomo, che li accudiva nell’allevamento.
L’anno scorso l’Enpa ha soccorso in provincia 18 soggetti affamati ed assetati che, sopravvissuti alla caccia ed all’inedia, verranno finalmente liberati in aree idonee; ma si calcola che oltre il 50% delle migliaia di fagiani, starne e pernici immessi sul territorio dai cacciatori muoiano nei primi giorni di fame, sete o catturati dai predatori dei boschi.
c.s.
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