Comprendere e cercare di ridurre gli effetti, per assicurare la presenza di molte specie di pesci e molluschi che, in futuro, rischiano di scomparire.
«È un fatto che i pescatori stanno notando già da tempo: il nostro mare e la sua popolazione sta lentamente cambiando a causa del cambiamento climatico, situazione che porterà ad un aumento della temperatura delle acque, le quali diventeranno meno ospitali per alcune specie, piuttosto che altre. Le attività di pesca dovranno adeguarsi a questi cambiamenti cercando, inoltre, di continuare a difendere il mare da tutto quello che impatta negativamente sul mantenimento dell’ecosistema attuale, come, ad esempio, l’accumulo di plastica, rinnovando sempre il proprio ruolo di “ecologisti del mare”». È come commenta Coldiretti Liguria quanto emerso dall’incontro web “Cambiamenti climatici nella pesca” organizzato dal MEDAC, dove l’attenzione è stata focalizzata sul problema del cambiamento climatico ed i risvolti nel bacino del mar Mediterraneo e del mar Nero.
Dallo studio è emerso che gli organismi marini più impattati saranno i pesci pelagici e demersali come, per esempio, lo scampo (che ama le acque fredde tenderà a calare) e sarà in sofferenza, rispetto al gambero rosa (che ama le acque più calde), molluschi bentonici (vongole, cannolicchi, telline, etc…) e lo zooplancton.
«Il riscaldamento globale indotto dall’uomo – afferma la Responsabile di Coldiretti Impresa Pesca Liguria Daniela Borriello – sta alterando profondamente l’equilibrio di oceani e mari e di conseguenza gli effetti del cambiamento climatico sulle marinerie saranno progressivamente rilevanti, con la diminuzione di alcune specie ed aumento, o nuove entrate, di altre. Ciò costringerà i nostri imprenditori ad adattare il lavoro alla situazione, con l’utilizzo, ad esempio, di attrezzature differenti, idonee alle nuove specie, e ad avere una gestione futura diversa delle risorse e dell’habitat. Per rallentare il processo, inoltre i nostri pescatori continueranno a dare il proprio sostegno “ripulendo” il mare dall’accumulo di plastica, che contribuisce in maniera drammatica al cambiamento climatico e purtroppo ancora troppe volte viene abbandonata in maniera incauta. Per fare tutto ciò, però, è indispensabile un sostegno adeguato da parte delle istituzioni, sia dal punto di vista finanziario sia burocratico, in modo che il lavoro dei nostri imprenditori sia agevolato e possa continuare a far fronte alle future sfide».
«In acque più calde – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – alcune tipologie di pesci crescono, si sviluppano e si riproducono con più difficoltà. È quindi importante cercare di fare tutti la propria parte per rallentare questo processo. Spesso siamo portati a pensare che alcuni problemi siano irrisolvibili o che addirittura non ci riguardino. Invece tutti noi possiamo dare il nostro contributo partendo dalle scelte quotidiane. Ad esempio, è estremamente importante evitare di acquistare pesce proveniente da allevamenti intensivi, altamente inquinanti, come i gamberi tropicali, il salmone, il pangasio, scegliendo, al contrario, pesce locale a miglio zero portato a terra seguendo la stagionalità e rispettando il più possibile l’ecosistema e i sui cicli. Inoltre preferire cibo locale e di stagione delle aziende agricole liguri che non ha dovuto percorrere migliaia di chilometri per raggiungere le nostre tavole, impatta meno sull’ambiente, oltre a darci garanzia di freschezza e qualità maggiore. Il nostro sistema alimentare deve, sempre più, essere sostenibile e meno inquinante possibile per l’ambiente, rispettare le biodiversità e le risorse naturali: in questo i nostri agricoltori e pescatori si impegnano costantemente considerando, oltretutto, la lotta ai cambiamenti climatici non un peso, ma un’opportunità di innovazione continua».
c.s.
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