Il Film “Io sono Vera” di Beniamino Catena, sarà girato tra Finale Ligure-Borgio Verezzi-Pietra Ligure ed il Cile.
A partire da lunedì 30 settembre cominceranno le riprese del film internazionale di Beniamo Catena “Io sono Vera”. La produzione si svilupperà in diversi giorni di riprese suddivise tra Finale Ligure, Borgio Verezzi e Pietra Ligure che andranno avanti per tutto il mese di ottobre. Al termine la produzione si sposterà in Cile, a San Pedro di Atacama, per proseguire e terminare i lavori di ripresa.
Il film è prodotto da Macaia Film per l’Italia, di cui è Presidente Simone Gandolfo, attore e regista noto a livello internazionale e, per il Cile, dalla casa di Produzione Atomica, gestita da Karina Jury.
Si tratta di un lungometraggio in opera prima curato da Beniamino Catena, di una durata di circa 90 minuti. Il genere ha tre filoni principali: drammatico, thriller e fantastico.
Il regista è Beniamino Catena, noto a livello internazionale per i molti progetti tra i quali, in Liguria ha girato la famosa fiction Rosy Abate per Mediaset.
La trama
Vera, una bambina di nove anni, scompare senza lasciare traccia. Cinque anni dopo ritorna ma, invece di essere adolescente, è una donna di circa trenta anni. Non ricorda niente. I medici ritengono che sia vittima di una strana sindrome da invecchiamento precoce. La famiglia è sconvolta, ma l’esame del DNA conferma che quella donna è davvero la loro bambina. Quando le immagini riaffiorano alla memoria, Vera capisce di aver vissuto la vita di un uomo che si è risvegliato dal coma nello stesso istante in cui lei è svanita nel nulla.
“Io sono Vera” è un viaggio tra scienza e fede, sul filo della sottile linea che demarca il mondo “reale” dal mondo “fantastico”; un aldilà misterioso che forse tutti abbiamo il potere di intuire ma in pochi comprendono fino in fondo. La sceneggiatura racconta un dissidio,un bisogno universale di rispondere a domande esistenziali che ogni uomo almeno una volta nella vita si è posto: chi sono, da dove vengo, esistono mondi paralleli? Se questo è il presupposto esistenziale del film, esiste anche una sottotraccia molto potente che, nella versione attuale della sceneggiatura, indica un leitmotiv di grande impatto.
Il percorso emotivo di Vera e delle persone che ruotano intorno lei è stato costruito sapientemente, con un aumento di ritmo e suspense propri di un film thriller o di un noir di vecchia scuola.
Un crescendo di situazioni in cui lo spettatore segue con passione lo sviluppo della vicenda non riuscendo bene a capire fino all’ultimo quali siano le implicazioni che legano i diversi personaggi l’uno all’altro e soprattutto quale sia la reale natura di questo personaggio così particolare che, non a caso, si chiama Vera: come una verità ultima che prescinde da qualsiasi giudizio. A tutto questo si aggiunge un richiamo potente all’elemento fantastico: effetti speciali e scenari mozzafiato che consentono di legare l’unicità della storia ad un genere narrativo riconoscibile e ben definito. Il “Volo” di Vera e del suo personaggio specchio Elias, spiccato da quel promontorio a picco sul mare, assume la portata di un approdo al metafisico ad una dimensione altra, in cui la ragione non trova posto. Una sorta di salto della fede denso d’immagini visive potenti e richiami ancestrali al genere fantastico.
In questo senso, il film di Beniamino Catena (qui alla sua opera prima, ma con un passato ventennale come regista di serie tv di successo), è un film drammatico, di genere fantastico e/o di realismo magico con un richiamo al thriller di natura psicologica.
Una volta costruito il soggetto del film, si è avvertita subito la necessità di scrivere una sceneggiatura in grado di descrivere con maestria e delicatezza la storia raccontata. Macaia Film si è allora avvalsa della collaborazione di Paola Mammini (“Perfetti Sconosciuti” – Miglior sceneggiatura David di Donatello 2016, Best Screenplay in the International Narrative Feature Film al Tribeca Film Festival 2016, Miglior Sceneggiatura Baff Film Festival 2016, premio per il Miglior Film Ciak d’oro 2016) e da Nicoletta Polledro (“Fuori onda”, “Indagine su un cittadino di nome Volontè”).
Le due donne, grazie alla loro sensibilità, hanno scritto una sceneggiatura in cui tutti gli elementi chiave della storia s’incastrano in una narrazione filmica di grande impatto e dove i personaggi principali sono disegnati in modo che ogni dissidio venga alla luce portando avanti la storia. Basti pensare non solo a Vera, incarnazione del contrasto scienza-fede, ma anche all’impatto che il suo ritorno ha sulla sua famiglia di origine, sulla comunità alla quale apparteneva e di come questa tematica venga vissuta allo stesso modo in due posti molto lontani nel mondo, la Liguria di Ponente e San Pedro di Atacama in Cile.
Il parallelismo tra questi due mondi così lontani diventa quindi, non solo una reference narrativa, ma una vera e propria necessità diegetica a dimostrazione che il punto nodale del film coinvolge una tematica di portata universale: in qualunque luogo siano poste domande esistenziali, c’è sempre qualcuno pronto a cercare risposte.
La ricerca delle locations in cui ambientare il film è stato frutto di un’accurata selezione, volta ad identificare quei posti che avessero delle caratteristiche visive ed ambientali adatte a raccontare una storia così particolare.
Beniamino Catena, il regista, conosce molto bene quel tratto di costa della Riviera Ligure di Ponente. Qui Beniamino ha deciso di ambientare il suo film non solo per la suggestione del luogo ma soprattutto perché, questo territorio, fornisce a Vera una location ideale da cui poter spiccare il “Volo” e soddisfare così l’esigenza di fantastico di cui è permeato tutto il film.
Il paese di Pietra Ligure, con il suo centro storico carico di mistero, garantisce al film quella dimensione intimista e familiare che è parte essenziale della storia. Luoghi dove Vera, al suo “ritorno”, rivive e ricorda il suo passato.
Un esempio per tutti è l’ambientazione principale della famiglia Melis: una tipica casa ligure con apiario e giardino annessi.
In parallelo all’Italia, si è cercato di individuare un luogo estero che potesse fungere da specchio a quello italiano. Si è individuato quindi il paese di San Pedro de Atacama in Cile, dove è situata la casa di Clara, figlia di Elias, e soprattutto l’Osservatorio astronomico Alma situato all’interno del deserto omonimo che rappresenta veramente un luogo “lunare” di grande impatto visivo.
Lo sviluppo del lungometraggio “Io sono Vera” è iniziato nel settembre del 2017 quando, per la prima volta, Beniamino Catena ha presentato il soggetto di “Vera” a Macaia Film.
L’esigenza di ambientare parte delle scene in Cile ha fatto sì che Macaia Film iniziasse un lungo percorso alla ricerca di un partner internazionale che potesse fornire un apporto tecnico ed artistico al film. Alla Berlinale del 2018 si è individuata quindi la casa di produzione cilena Atomica di stanza a Santiago del Cile con cui Macaia Film ha iniziato un dialogo per un’eventuale co-produzione internazionale. Il risultato di questi scambi è stata la firma di un contratto di coproduzione in cui Macaia Film risulta essere il partner maggioritario italiano all’80% e Atomica il partner minoritario cileno al 20%.
Uno dei punti di forza della coproduzione internazionale Italia-Cile, è la composizione del team di lavoro che prevede la presenza di un cast misto italiano e cileno così come maestranze italiane e cilene.
Marta Gastini. Classe 1989, nonostante la giovane età vanta collaborazioni con alcuni tra i più importanti registi italiani di cinema e televisione tra cui Giuseppe Piccioni (per Questi Giorni di G. Piccioni è candidata come miglior attrice al festival di Venezia del 2016), Dario Argento, Leonardo Pieraccioni, Fabrizio Costa e Simone Gandolfo. Nel 2011 la collaborazione con il regista svedese Mikael Hasfstrom le vale la candidatura ai Nastri d’argento e al Festival di Venezia dello stesso anno come attrice non protagonista.
Anita Caprioli invece interpreterà il ruolo della madre di Vera, Anna Melis; Caprioli vanta una foltissima filmografia: è stata diretta da registi del calibro di Carlo Mazzacurati, Gabriele Salvatores, Davide Ferrario, Marco Ponti, Alice Rohrwacher, Paolo Genovese, Carlo Verdone, Ivan Cotroneo e molti altri.
Manuela Martelli classe 1983 interpreterà il ruolo di Clara, figlia di Elias. Manuela è un’attrice di nazionalità cilena con un corposo curriculum che si divide tra cinema e televisione.
Paolo Pierobon è uno degli attori più affermati del panorama italiano, teatrale e cinematografico. Pluripremiato a teatro e noto al grance pubblico per la magistrale interpretazione nella serie Sky 1992 e 1993 e apprezzato dalla critica per la delicatezza e la precisione della sua interpretazione in film come L’ordine delle Cose di A.Segre.
Marcelo Alonso uno degli attori più affermati in Cile e nei paesi dell’America del Sud. Nel ruolo di Elias già noto al pubblico internazionale per le sue interpretazioni; attualmente sul piccolo schermo come protagonista nella serie El padre de famiglia, ricordiamo le pellicole in cui è apparso: Tony Manero, El club e il recente Neruda, tutte pellicole del cileno Pablo Larrain, molto amato dal pubblico internazionale per le sue opere cariche di lirismo unito ad una forma di “cinema impegnato” che sta avendo molti seguaci.
Davide Iacopini è un attore che nasce dal teatro genovese, con moltissimi lavori al suo attivo dal 2007 ad oggi sia in ambito teatrale che cinematografico e televisivo.
Dalla parte cilena, segnaliamo la presenza di Maura Morales Bergmann che si occuperà di firmare la fotografia del film per restituire e amalgamare le temperature visive dei due paesi in cui gireremo. Maura è un direttore della fotografia di doppia nazionalità, italiana e cilena che vanta numerose collaborazioni nei due paesi. Ci sembrava la persona giusta per poter documentare visivamente gli scenari cileni che lei conosce molto bene e per poter lavorare in sinergia con un regista italiano.
La distribuzione
Una delle prime operazioni distributive che si intende compiere è la distribuzione festivaliera internazionale. Abbiamo pianificato un intero anno solare in modo da coprire efficacemente tutto il calendario di Festival nazionali ed internazionali.
I primi Festival a cui intendiamo sottoporre il film sono quelli che premiano e sostengono maggiormente le opere prime caratterizzate dal fortissimo apporto autoriale: Sundance, Festival di Cannes, Festival di Toronto, Festival di Berlino, Torino Film Festival e Mostra del cinema di Venezia.
Inoltre, data la particolarità del film a cavallo tra i generi fantastico/thriller è stato da subito chiaro il grosso interesse che questa pellicola potrebbe riscontrare nei festival dedicati al genere, tra i più prestigiosi possiamo segnalare il Festival Fantaorto, BFI, Sitges Film Festival, Fantastic Fest Film e moltissimi altri.
Altrettanto importante è invece tutto il filone di Festival che si occupano di pellicole particolarmente indicate per un pubblico giovane. L’età della protagonista e il movimento risolutivo e di consapevolezza che porta avanti, lo avvicina molto al genere coming of age particolarmente indicato al pubblico più giovane. Saranno imprescindibili riferimenti il Giffoni Film Festival, Sottodiciotto Film Festival, Carbonia Film Festival, Internation Youth Film Festival, Lucas Film Festival e molti altri.
Cristina Bolla, Presidente di Genova Liguria Film Commission, pone l’accento sull’importanza in ambito di promozione del territorio della presenza di progetti audiovisivi. In particolare, la presenza di una produzione internazionale nel Ponente rappresenta un’opportunità di lancio attraverso le immagini firmate da un regista noto a livello internazionale.
«La Liguria sta diventando sempre più una terra vocata a progetti audiovisivi sia che si tratti di film sia che si tratti di fiction, settore nel quale noi stiamo puntando molto, visto il successo che hanno negli ultimi anni le serie tv» dice Cristina Bolla.
La Genova Liguria Film Commission e la Produzione Macaia Films ringraziano fin da ora i Comuni di Finale Ligure, Borgio Verezzi e Pietra Ligure per la collaborazione e la disponibilità.
c.s.
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