La vita, ed il fegato, dei volontari della Protezione Animali che si occupano di salvare animali in difficoltà, dovrebbero essere apprezzati e facilitati dalla istituzioni pubbliche, al posto delle quali l’associazione, privata e non governativa, opera per far fronte ai loro obblighi di legge spesso trascurati.
Il “Cadibona” è anche per loro, non solo per tutti gli automobilisti che vi transitano, un percorso critico per i tanti autovelox presenti, in concomitanza con limiti di velocità talvolta assurdi. Quando poi ritornano in città con a bordo un animale selvatico ferito, come accaduto uno giorno dello scorso marzo, il piede sull’acceleratore è particolarmente nervoso e spinge l’auto ai limiti per poter giungere al più presto dal veterinario.
E le multe fioccano, anche se relative al superamento del limite di velocità di pochissimi chilometri; la terza multa quest’anno, di 44,63 euro, è arrivata nei giorni scorsi ed anch’essa è stata pagata subito, per evitare le maggiorazioni di legge, uguale per tutti ed anche per i volontari dell’Enpa.
E così, oltre a pagare il massimo dell’IVA sulle fatture di veterinari, mangimi, medicinali e quant’altro, bisogna anche pagare le multe alla Provincia di Savona, organo locale della Regione Liguria, quella che dovrebbe organizzare il recupero della fauna selvatica in difficoltà, recupero che finora in provincia di Savona viene svolto solo dalla Protezione Animali, che dalla Regione riceve un contributo che copre meno del 30% delle spese sostenute, multe comprese.
c.s.
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