Ignorando l’apprensione di tanti cittadini, i due ultimi cuccioli di cinghiale (di dimensioni inferiori a quelle di un cane coker), catturati nelle gabbie-trappola di Bergeggi, sono stati uccisi dagli agenti regionali su disposizione della Regione Liguria; lo ha comunicato la regione stessa rispondendo ad una delle tante mail di protesta, aggiungendo gelidamente che l’opzione di (de)portare gli animali in campi di addestramento cani da cinghiale rimane sempre valida. La Protezione Animali indica in proposito, avvertendo che le immagini sono davvero atroci per chi ha un minimo di sensibilità, il link su YouTube del filmato pubblicato spavaldamente da uno “sportivo cacciatore” su come avviene l’addestramento.
Enpa, dopo aver pubblicato il testo della legge, conferma la validità di spostare gli animali catturati in altre zone, ricordando che essa vieta l’immissione di cinghiali ma, se avesse voluto proibire anche la “reimmissione”, il legislatore lo avrebbe precisato.
E ricorda l’obbligo di provare prima soluzioni non o meno cruente quali, nella fattispecie di Bergeggi, le seguenti:
- Battute periodiche da parte di squadre di cacciatori degli Ambiti di caccia con cani da cinghiale al guinzaglio, per spaventare e spingere a monte i selvatici;
- Fornitura ai contadini di robuste recinzioni che possano impedire l’accesso alle colture a daini, caprioli e cinghiali;
- Verifica con il Comune della corretta gestione dei rifiuti; sembra infatti che a Bergeggi i cinghiali siano stati attirati, oltreché dal cibo abbandonato dai turisti, dai sacchi dell’indifferenziato lasciati fuori delle case; ma sicuramente il Comune provvederà a risolvere l’inconveniente.
Solo con tali azioni, assieme alla liberazione altrove dei soggetti catturati, che conserveranno la memoria del trauma subìto e difficilmente torneranno, si potrà risolvere un problema che, con i soli abbattimenti in gabbia, diverrà invece perpetuo ed irrisolto.
Enpa segnala infine che non è serio citare l’ISPRA solo quando fa comodo e che l’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale, nei suoi quaderni ufficiali (Linee guida per la gestione del cinghiale nelle aree protette) sconsiglia “l’uccisione degli animali all’interno delle strutture” cioè le gabbie e dispone l’adozione di “procedure concordate con l’ASL territorialmente competente”.
Alcuni animalisti hanno preannunciato l’invio di un esposto alla magistratura affinché siano verificate eventuali violazioni alle norme penali vigenti, mentre una preoccupante situazione simile sta avvenendo in questi giorni a Roverino, frazione di Ventimiglia. L’invito dell’Enpa è continuare a mandare mail educate di protesta al presidente della giunta ligure Giovanni Toti: {{email address=}}, {{email address=}}.
E mentre nel mondo si procede negli studi sulla sterilizzazione delle specie selvatiche quale soluzione del loro sovrannumero ( https://www.wildlifefertilitycontrol.org/), Regione Liguria e Coldiretti, privi di ogni utile strategia, continuano ad insistere sul cavallo sbagliato, il fucile dei cacciatori, invece responsabile del problema; e senza neppure avere il coraggio di accusarli e citarli per danni.
c.s.
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