È un brutto momento – ma lo è da sempre – per i caprioli che abitano i boschi liguri (presenti per colpa dei cacciatori, che li hanno liberati affinché crescessero e potessero essere poi cacciati, come avviene).
Tra una settimana verrà riaperta dalla Regione Liguria per un mese la caccia di selezione al maschio; nei gironi scorsi un giovanissimo capriolo è stato attaccato da un cane in frazione Pero di Varazze e ferito gravemente; gli stessi ritrovatori, in contatto con la Protezione Animali che li ringrazia, l’hanno portato da un veterinario che lo ha sottoposto a immediate cure ma è morto nella notte; un soggetto adulto è invece stato trovato agonizzante in un terreno a Quiliano (video impressionante, attenzione); dopo lunghe telefonate per i soccorsi, è stato recuperato da personale dell’Ambito territoriale di caccia e portato per le cure ad un veterinario specializzato di Vado Ligure.
Il recupero e la cura degli ungulati feriti (caprioli, daini e cinghiali) è affidato dalla Regione Liguria agli Ambiti di caccia, mentre a tutto il resto della fauna selvatica pensa la Protezione Animali savonese – associazione privata e non governativa – con propri mezzi e volontari, potendo però contare solo su un contributo regionale che copre meno del 30% delle spese.
Da tempo l’Enpa chiede alla Regione Liguria di adempiere all’obbligo giuridico di organizzare, con personale e risorse pubblici o privati convenzionati adeguati, il soccorso e la cura dei selvatici feriti ed in difficoltà, vera e crescente emergenza faunistica da almeno 25 anni; nel mese scorso Enpa lo ha nuovamente richiesto con posta elettronica certificata al presidente Toti ed all’assessore Mai ma non ha ancora avuto risposta.
c.s.
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