Mercoledì 18 Settembre, alle ore 14.00 presso la sede ASL del Distretto Sanitario delle Bormide (a Carcare, in Via del Collegio 18) verrà presentato il Progetto “Infermiere di Famiglia e Comunità”, partito a tutti gli effetti lunedì 16 settembre. E’ prevista la partecipazione dell’Assessore alla salute Sonia Viale e del Commissario Straordinario Alisa Walter Locatelli.
L’infermiere di Famiglia e Comunità è una figura professionale innovativa che opera in stretta collaborazione con molteplici professionisti impegnati nel percorso assistenziale, in particolare MMG, operatori del Distretto Sanitario (infermieri, fisioterapisti, assistenti sociali, ecc), Associazioni di volontariato e Medici Specialisti.
Le finalità del progetto, attivato in modalità sperimentale in ASL 2, sono intercettare e, se possibile, prevenire i bisogni di salute dell’utente preso in carico, evitare ricoveri inappropriati, favorire la de-ospedalizzazione, presidiare l’efficacia dei percorsi terapeutico-assistenziali, supportare la famiglia e migliorare la qualità di vita della persona nel suo contesto quotidiano.
«Tre anni fa ALISA ha dato avvio ad un progetto denominato CONSENSo (Community Nurse and Supporting Elderly in a Changing Society), il cui obiettivo era l’attivazione di un servizio interamente dedicato al sostegno della popolazione anziana, basato sull’Infermiere di Famiglia e Comunità, figura chiave in grado di aiutare e sostenere le persone fragili e i loro congiunti.» spiegano dalla Direzione di ASL 2
«La nostra Azienda, in quest’ottica, ha deciso di proporre, con il sostegno di Regione Liguria, un’estensione del progetto CONSENSo, adattandolo alle caratteristiche demografiche ed epidemiologiche del territorio valbormidese.»
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Il Progetto nel dettaglio
Chi è l’infermiere di Famiglia e Comunità e quale apporto può offrire
L’infermiere di Famiglia e Comunità è quel professionista, che dopo aver acquisito competenze specifiche, ha un ruolo sostanziale nella valorizzazione della salute, prevenzione delle malattie, gestione della cronicità e fragilità, svolgendo la sua funzione anche nell’assistenza diretta.
Il modello assistenziale “Infermiere di Famiglia e Comunità” rappresenta per l’ambito extra ospedaliero una sfida vincente.
Il sistema è basato su alcuni concetti portanti, tra i quali:
- la prossimità con la persona e il suo ambito di riferimento sociale,
- la forte interazione con i medici di medicina generale e tutte le altre figure coinvolgibili nella presa in carico.
Le prestazioni, svolte a livello domiciliare, comprendono:
- valutazioni mirate dei bisogni, per arginare o prevenire la fragilità,
- programmazione e attuazione di interventi di cura personalizzati,
- promozione di interventi educativi al fine di rafforzare l’aderenza terapeutica, l’adesione a stili di vita sani e ai trattamenti di cura.
L’infermiere di Famiglia e Comunità, in coerenza con il Piano Nazionale Cronicità, cura il monitoraggio dello stato di salute degli assistiti, mediante visite domiciliari, follow up telefonici e telemedicina, presidia le transizioni di cura, momenti critici di dispersione delle informazioni cliniche.
Questo nuovo approccio spinge l’organizzazione al superamento dell’attuale sistema delle competenze, strutturato per “silos”, verso un modello orientato all’unitarietà dell’approccio e centrato sulla persona e sulla globalità delle sue necessità di salute.
Modalità di arruolamento
I soggetti sono reclutati mediante segnalazione da parte di:
- Reparti ospedalieri / Reparto di Comunità,
- MMG/operatori che operano nei Servizi Sociali.
Destinatari
Persone con età ≥75 anni che necessitano di:
- prosecuzione dell’assistenza post dimissione,
- accompagnamento alle cure,
- interventi di educazione terapeutica,
- monitoraggio infermieristico.
Un’ulteriore sviluppo del progetto prevede l’identificazione dell’utente “potenzialmente fragile” mediante somministrazione della scheda Sunfrail e del questionario SPQ.
c.s.
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