Albenga. Le maestre del territorio ingauno non ci stanno alle infruttose graduatorie che le vedono purtoppo “vittime” di un complesso meccanismo burocratico che invece di semplificare, complica la vita delle insegnanti a discapito del loro quotidiano lavoro e di tutti gli alunni. Questa la lettera di sfogo che le maestre indirizzano al Ministro della Pubblica Istruzione Azzolina:
Le maestre ballano in estate. Bambini, lo sapevate? In estate le maestre ballano. La ballata delle graduatorie. Quale posizione hai in Gae quest’anno? (notate le sigle Ballo vivace. Sei in prima o seconda fascia? Tango. Sei in fondo alla graduatorie? Ballo lento.)
Quest’anno assunzioni numerosissime. Quando poi le conti ti accorgi che sono sempre le stesse persone che prima vengono assunte con riserva in una graduatoria e poi l’anno dopo in un’altra. Quest’anno ho un ruolo falso che mi porterà solo ad un licenziamento e all’estromissione dal lavoro. Non accetterò il ricatto. Sono costretta all’autoeliminazione. E voi bambini? Anche voi ballate! Il ballo del cambio delle maestre. Quest’anno c’è Anna, l’anno scorso c’era Giovanna, il prossimo non si sa, la continuità un miraggio (anche per chi ne ha un particolare bisogno). Maestre che ballano in estate. Ballano pensando a dove inizieranno la loro avventura quest’anno. Ballano pensando ai bambini che hanno lasciato e a quelli che incontreranno.
Maestre che dopo 10/15/20 anni di lavoro nella scuola sono ancora lì a sognare un ballo sufi completo, armonioso o un balletto classico ben eseguito. Nessuno può capire i balli d’estate delle maestre. Le chat con le notizie fresche. Quanti posti quest’anno? Tu dove andrai? Ti devi trasferire? Dove? La tua famiglia, i tuoi amici, i tuoi cari balleranno soli? Quest’anno le novità si moltiplicano, i ricatti si concretizzano. Un ballo triste. Se accetterai il ruolo, farai l’anno di prova e l’esame, riceverai i complimenti della commissione e poi ti licenzieranno. Non puoi, ti diranno, ballare progettando i passi, le variazioni e ricevere un applauso. Devi continuare a ballare freneticamente come la gazzella che si alza al mattino e inizia a correre per non essere mangiata. Un giudice ha deciso che noi non potevamo essere parte del personale docente stabile dimenticando che siamo noi quelle che hanno pulito i nasi dei bambini per anni (che noi adoriamo naturalmente).
Esperienza utile che a chi ci denigra ancora manca. Il rispetto per chi ha fatto la storia della scuola è educazione civica. Prima di insegnarla bisognerebbe praticarla. Un riconoscimento al servizio prestato “senza demerito” sarebbe dovuto. Circolano slogan del tipo: «Il ruolo si conquista con i concorsi e non con i ricorsi». Dei ricorsi faremmo volentieri a meno se non avessimo i diritti negati, i dovuti riconoscimenti. Ministro, pensaci. Quest’anno hai inventato un ballo veramente complicato e non tutti riusciranno a memorizzarne i passi.
c.s.
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