Albenga. Venerdì 22 settembre, è stato presentato il libro “Uniti oltre l’Oceano” nato dal lavoro svolto da Marino Muratore, scrittore di libri per ragazzi e operatore culturale a Genova con i ragazzi di 6 diverse classi di diversi Istituti scolastici del territorio sul tema intercultura.
L’iniziativa – realizzata grazie al CLMC (Comunità Laici Missionari Cattolici) con la collaborazione dell’associazione Sjamo, Migrantes, Caritas Diocesana e YEPP e il fondamentale supporto della Fondazione De Mari e di diversi sponsor privati – ha visto i ragazzi confrontarsi sul tema dell’integrazione tra culture differenti, scrivere dei racconti (raccolti nel libro) ed effettuare disegni in mostra fino a sabato 23 settembre al terzo piano di Palazzo Oddo.
Affermano l’assessore alle politiche sociali Marta Gaia e Martina Isoleri consigliere delegato al volontariato: «La collaborazione continua e proficua tra l’Amministrazione Comunale e le Associazioni del Terzo Settore presenti sul territorio, ha permesso e permette tuttora di dare concretezza a idee pensate sulla base dei bisogni emergenti, realizzando così iniziative funzionali alle diverse esigenze.
Visto il tessuto multiculturale che caratterizza il nostro territorio, il Comune di Albenga ha favorevolmente accolto, patrocinato e supportato il progetto La Nostra Scuola, ideato dall’ Associazione Comunità Laici Missionari Cattolici in collaborazione con Sjamo — Sao José Amici del Mondo, Migrante – Diocesi Albenga e Imperia, Yepp Albenga, USEI — Unione Sudamericana Emigrati Italiani, Immagina famiglie APS e che ha visto il prezioso contributo della Fondazione A. De Mari.
Il progetto ha visto la realizzazione di numerosi incontri con gli alunni dell’Istituto Comprensivo Albenga I, del Liceo Statale Giordano Bruno e Centro Scolastico Diocesano Redemptoris Mater anch’essi partner dell’iniziativa.
Le scuole del nostro territorio, sono sempre più caratterizzate da classi multietniche che vedono la presenza di bambini e ragazzi provenienti da molteplici paesi del mondo e, soprattutto, la presenza di alunni e studenti appartenenti a quella che Rumbaut aveva definito “Generazione 2.0”, intendendo coloro i quali sono nati nel paese di accoglienza da entrambi i genitori stranieri.
Il Progetto si prefigge l’obiettivo di vedere la diversità di cultura come risorsa e non, come troppo spesso accade, come ostacolo.
Attraverso il racconto, il gioco, l’incontro con l’Altro, lo studio e il viaggio virtuale, i ragazzi delle scuole si sono avvicinati a culture diverse con la sensibilità e la facilità che, spesso, in età adulta si perde.
Il lavoro in gruppo ha posto l’attenzione sul bisogno relazionale di ogni singolo individuo, unico nella propria diversità ma uguale agli altri nella necessità di vivere in una società inclusiva, capace di far sentire chiunque “a casa”, senza tuttavia cancellare le proprie origini ma, anzi, valorizzandole attraverso processi di condivisione.
La non conoscenza di una cultura o di una lingua spesso genera paura e diffidenza, attraverso progetti come questo la paura viene trasformata in curiosità, la curiosità in conoscenza, la conoscenza in inclusione.
Ringraziamo tutte le associazioni che hanno partecipato a questo importante progetto formativo e che, quotidianamente, supportano l’Ente e il territorio; i Dirigenti, i docenti e gli alunni delle scuole coinvolte per la passione e dedizione dimostrata durante gli incontri; la Fondazione A. De Mari sempre pronta a contribuire per la realizzazione di progetti in ambito sociale».
c.s.
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