Domani all’Anglicana, nell’ambito del Festival della Cultura e della mostra “Love from Alassio” la presentazione del volume di Matteo Paoletti che ripercorre la storia di un periodo magico per il turismo della Città del Muretto e della Riviera Ligure.
Alassio. C’è stato un tempo in cui Talli, Zacconi, gli scenografi della Scala e gli English Players di Edward Stirling erano di casa ad Alassio. Il Casinò Municipale era il loro palcoscenico, il tavolo verde quello che lo finanziava.
Spettacolo, loisir e scelte di politica culturale s’incontrano in un mito problematico, del quale oggi non resta più traccia: emblema di un’epoca inimitabile, a cui la ricostruzione storica non toglie fascino né ispirazione.
Matteo Paoletti, storico e ricercatore in Discipline dello Spettacolo presso l’Università di Bologna dove insegna Storia del Teatro al D.A.M.S. in questa storia è capitato un po’ per fiuto un po’ per caso e ha voluto dipanare la matassa dei ricordi, dei documenti e delle leggende. Ne è nato “Il Casino Municipale di Alassio. Una storia spettacolare” che sarà presentato sabato 18 dicembre alle ore 18 all’Ex Chiesa Anglicana di Alassio nell’ambito del Festival della Cultura di Alassio 2021.
«La storia è spesso fatta di miti inaffidabili. E il Casinò Municipale di Alassio ne è un esempio perfetto – spiega Paoletti – Nulla è rimasto dell’elegante struttura ritratta nelle cartoline belle époque, se non la nostalgia per un passato genericamente favoloso, popolato da giocatori, fiches, cocottes, fortune sperperate, musica, danze, noia, lusso e villeggianti internazionali dalle tasche gonfie e dal molto tempo libero. Immagini vaghe, specchio di un’età aurea perduta per sempre. Colpevolmente».
«Qualcuno – si mormora ancora oggi in città – svendette a Sanremo la licenza del casinò. Ma davvero andò così? La disponibilità presso gli archivi di un gran numero di fonti di prima mano – progetti, atti amministrativi, notarili, finanziari, giudiziari – ci consente di rimettere ordine in una materia complessa e, per lo storico, quanto mai entusiasmante.»
Inaugurato nel 1912 e abbattuto nel 1936, il Casinò di Alassio partecipa alla trasformazione della Riviera di Ponente da territorio culturalmente depresso a meta turistica internazionale, della quale la sala da gioco diventa un emblema: luogo dedicato al loisir in ogni sua declinazione, il Casinò Municipale offre roulette, tavolo verde, pista da skating, sala da ballo, orchestra stabile e, soprattutto, attività teatrali di livello primario.
Artisti di rinomanza internazionale ne calcano il palcoscenico, dal grande attore Ermete Zacconi alle compagnie di drammatica di Sergio Tofano e Virgilio Talli, dalle grandiose troupe di opera e operetta con le scenografie dell’artista del Teatro alla Scala Antonio Rovescalli fino gli English Players di Edward Stirling, che a fine anni Venti inseriscono Alassio nella loro tournée mondiale grazie al contributo di una colonia britannica ormai non più paga del suo splendido isolamento. Il libro ripercorre le vicende di una sala entrata nel mito, inquadrando il destino del casinò nel più ampio contesto della storia dello spettacolo: i mutamenti del gusto e della società raccontano ancora oggi di un angolo di provincia che seppe diventare palcoscenico del cambiamento.
«Non è un caso – aggiunge Paola Cassarino, Consigliera incaricata alla Cultura del Comune di Alassio – che questo libro si presentato nell’ambito del Festival della Cultura e soprattutto della mostra “Love from Alassio” una raccolta di immagini e oggetti di un’epoca che non è più: un tuffo nell’eleganza e nella grazia dei primi del Novecento alassino e della Riviera Ligure di Ponente meta tra le più ricercate del jet set internazionale. Chissà che rispolverare il lustro di un tempo, possa essere il mezzo per ritrovare quella grazia, quella gentilezza e quell’eleganza nei modi di cui oggi si sente forte la mancanza».
La mostra è il frutto della collaborazione con la Galleria L’Image di Alassio, della passione di Alessandro Bellenda, esperto e appassionato collezionista, del Museo Daphnè di Sanremo e delle curatrici Francesca Bogliolo e Claudia Andreotta con approfondimento critico di Andrea Daffra, esperto di grafica.
L’allestimento sarà visitabile fino al 6 gennaio 2022 (Orario di apertura: 15,00 – 18,00 Dicembre 2021 -18/19/23/24/26/27/28/29/30/31. Dal 2 al 6 gennaio 2022 l’orario di apertura della mostra sarà anticipato al mattino dalle ore 10 alle ore 13. Ingresso libero; info: )
Ingresso consentito con green pass rafforzato.
c.s.
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