Il vernissage avrà luogo sabato 7 settembre alle ore 21, presso la galleria Arte è Kaos. La mostra proseguirà fino a venerdì 20 settembre.
Durante l’inaugurazione si svolgerà la performance dell’artista: in galleria verrà allestito un set fotografico, con modella e fotografo. Il fotografo catturerà le pose della modella, le fotografie verranno stampate la sera stessa e Parolini dipingerà su di esse: Il gesto pittorico di Parolini reinterpreta così la bellezza e il canone estetico originali, rivisitandoli, creando un dialogo tra il mezzo fotografico e l’intervento pittorico.
Critica di Francesca Bogliolo:
L’utilizzo non convenzionale di toni che virano verso l’opaco, stesi attraverso un gesto energico che libera un’emotività composta che tuttavia rivela toni esasperati, dichiara l’indiscussa abilità dell’artista nel vedere con gli occhi dello spirito, nel saper cogliere nella sua interezza l’inquietudine del vivere moderno, isolandolo nella sua perfetta e disarmante bellezza.
Parolini indaga l’esistere attraverso un atto artistico di intrinseca consapevolezza, portando alla luce stati emozionali estremi, normalmente celati nelle più segrete pieghe dell’interiorità, laddove si annidano i sentimenti più veri. Una taciturna solitudine li accoglie, isolandone i pensieri e accogliendone i frammenti, similmente a una madre che sappia regalare una vita nuova.
Il corpo, dimenticato, cancellato, perduto, oscurato, afferma il suo persistere attraverso la sua stessa negazione, che gli concede, per via di levare, la sua essenziale identità. L’artista sembra essere capace, al pari di Helena Almeida nei suoi Inhabited Painting, di sfidare la superficie fisica della tela e di amalgamare abilmente pittura, fotografia e performance, per permettere al corpo di subire gli influssi della realtà, che inevitabilmente lo modificano senza sosta.
Il procedere secondo la logica dell’ Übermalungen avvicina Parolini alla sensibilità poetica di Arnulf Rainer, con il quale condivide anche la veemenza del gesto; il linguaggio del corpo viene esplorato con perizia, i limiti mentali e spaziali superati: ciò che è normalmente invisibile diviene visibile, ciò che è finora ha taciuto urla. L’artista ha acquisito di per certo il concetto sostenuto da Mirò, secondo il quale “per diventare veramente un uomo bisogna liberarsi del proprio falso io”, della propria vecchia pelle. Non importa se le modelle, come nel caso di Kirchner, si chiamino Fränzi o Marcella, o se assumano per noi sonorità più contemporanee: la loro essenza resta intatta, immutata, eterna, consegnata da Parolini alla logica di un tempo senza tempo, carica di indiscussa verità.
Progetto a cura di: Alberto Marinelli e Ivano Parolini
Testo critico e presentazione: Francesca Bogliolo
Photoshooting: Gabriele Lupo
c.s.
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